Nel prevedibile rimbalzo di responsabilità tra Pd e Cinque stelle, ciò che forse fotografa meglio lo stop al disegno di legge sulle unioni civili sono gli umori delle opposte tifoserie. Al di là del partito di Matteo Renzi che ieri accusava i senatori grillini dell'ennesimo dietrofront e lasciando da parte anche la replica di chi, come Alessandro Di Battista o Luigi Di Maio, assicurava che la posizione del Movimento non è mai cambiata, il senso della giornata lo si può cogliere osservando la polvere che si posa a sera. E - al netto di tutti i tatticismi parlamentari e con buona pace dell'ormai mitico canguro - non c'è dubbio che la mossa dei Cinque stelle abbia fatto la gioia di chi il ddl Cirinnà da sempre lo osteggia, lasciando invece di stucco i sostenitori del provvedimento.
Politicamente, dunque, il partito di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (ed è soprattutto il secondo a deciderne ogni mossa) ha scelto di coprirsi a destra e sul fronte cattolico, lasciando invece terreno a sinistra. Al di là dei distinguo, infatti, la conseguenza - pratica e politica - di non aver votato il canguro del dem Andrea Marcucci è che ora il ddl Cirinnà sarà esposto agli emendamenti di chi la legge - a torto o a ragione - la vuole affossare.
Così, ad applaudire il M5S c'è innanzitutto il Family day, con il portavoce Massimo Gandolfini che elogia la scelta grillina. In Senato esultano la Lega e Forza Italia, decisamente contrarie all'impianto del disegno di legge (soprattutto nella parte sulla stepchild adoption). Ma pure sul fronte governativo c'è chi applaude. In primo luogo i cattodem che, in pochi se lo sarebbero aspettati, alla fine sono riusciti a dare a Renzi ben più grattacapi di quanti ne abbia procurati al premier la più rumorosa minoranza del Pd. E poi Ncd, con Angelino Alfano che - almeno ad oggi - è nei fatti il vero vincitore della partita: non solo ha portato a casa un ministro e quattro sottosegretari con il rimpasto ma, grazie al M5S, ha pure ottenuto lo stop al ddl Cirinnà. Furibondi, invece, i sostenitori del provvedimento, Pd su tutti. Con le associazioni Lgbt che si sono subito mobilitate.
Per Grillo una nemesi, con centinaia di attivisti che - sotto lo striscione Vaffa day gay - lo hanno contestato mentre si esibiva al Brancaccio di Roma. Un M5S, insomma, che si scopre a sinistra e punta all'elettorato più conservatore. Una scelta che, con ogni probabilità, Casaleggio ha fatto consapevole delle conseguenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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