Il taglio alle accise benzina? No, per colpa di Renzi vanno alzate

Il governo ha promesso un taglio alle accise sulla benzina. Ma la risposta del Mef ad una interrogazione spiega: dal 2019 andranno aumentate

Il taglio alle accise benzina? No, per colpa di Renzi vanno alzate

Il governo è al lavoro sulla manovra. E come ogni legge di Bilancio che si rispetti non mancano frizioni tra colleghi di maggioranza, promesse fatte (a cui occorre trovare ampie coperture finanziare) e zerovirgola da aggiustare qua e là. In fondo la coperta è corta e puoi tirarla quanto vuoi, ma i piedi o la testa resteranno comunque fuori.

Nei giorni scorsi Massimo Bitonci, sottosegretario all’economia in quota Lega, aveva annunciato in un'intervista al Messaggero che il governo avrebbe dato il via ad "un primo sfoltimento delle accise sulla benzina", cancellando "quelle più datate nel tempo". Il fatto è che Forza Italia ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere quando l’esecutivo "intenda procedere al taglio del costo fiscale della benzina" e soprattutto "con quali tempistiche". Ma il responso ha sorpreso gli onorevoli azzurri.

"Il Governo – dice Galeazzo Bignami al Giornale.it - non solo smentisce se stesso e allontana ogni ipotesi di taglio delle accise, ma annuncia che a breve vi sarà un significativo ritocco al rialzo per garantire un ulteriore gettito alle casse dello Stato".

A osservare la risposta all’interrogazione, in effetti, si legge chiaramente che sebbene "eventuali riduzioni delle aliquote di accisa sui carburanti" sarebbero "fattibili dal punto di vista tecnico", da tenere in conto ci sono tre fattori. Il primo è che non possono essere cancellate del tutto perché esiste una "aliquota minima unionale" stabilita dalle direttive dell’Unione Europea. Il secondo, che "dalle predette riduzioni deriverebbero ingenti minori entrate per l’erario, proporzionali direttamente all’entità delle riduzioni praticate e che potrebbero essere quantificate soltanto in sede di elaborazione di una puntuale proposta normativa". Terzo, un decreto legge firmato da Renzi e dal suo governo impone entro il 30 novembre di alzare ancora le accise sulla benzina. Bel regalino.

Con il D.L 91/2014, infatti, per finanziare "il meccanismo di aiuto alla crescita economica (ACE)" l’ex premier aveva previsto la più classica delle coperture: alzare le tasse sul gasolio. La norma prevede "un aumento, a decorrere dal primo gennaio 2019 dell’aliquota di accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonché del gasolio usato come carburante, da adottare con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli entro il 30 novembre 2018".

L'incremento sarà peraltro ingente, visto che dovrà essere "in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 140,7 milioni di euro nel 2019, 164,4 milioni di euro nel 2020 e 148,3 milioni di euro a decorrere dal 2021".

Insomma: se nulla cambierà, presto "occorrerà procedere all’emanazione di una determinazione che rimoduli in aumento le aliquote di accisa" sulla benzina. Altro che taglio: qui per colpa di Renzi vanno alzate. A meno che il governo non trovi nel fondo del barile qualche risorsa per scongiurare la batosta.

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