Tajani eletto. Un azzurro guiderà il Parlamento Ue

Battuto con 351 voti contro 282 il democratico Pittella Decisivo l'accordo con i liberali dell'Alde e i conservatori

Tajani eletto. Un azzurro guiderà il Parlamento Ue

Antonio Tajani di Forza Italia è il nuovo presidente del Parlamento europeo, il primo italiano eletto alla guida dell'istituzione comunitaria da quando nel 1979 è stata introdotta l'elezione diretta dei rappresentanti. Ha sconfitto un altro connazionale, Gianni Pittella del Pd, nel ballotaggio finale per 351 voti a 282. La prima dedica da presidente è stata alle vittime del terremoto e del terrorismo. «Dobbiamo dedicare il nostro lavoro a tutti coloro che sono in difficoltà: questo è il messaggio migliore che possiamo dare», ha detto. «Siamo orgogliosi di rappresentare in Italia quest'area politica e siamo ben lieti che l'Europa ne abbia riconosciuto il valore», ha dichiarato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

La sua elezione è stato un piccolo capolavoro di tattica e di strategia in quanto l'esponente del Ppe, dopo aver vinto le primarie interne al gruppo, ha lavorato attivamente con i suoi colleghi (tra i quali i forzisti Lara Comi, Elisabetta Gardini e Salvatore Cicu oltre al segretario Udc Lorenzo Cesa) per allargare l'alleanza ai liberali dell'Alde e al gruppo dei Conservatori e Riformisti di impronta cameroniana. Il primo segnale si è avuto ieri mattina quando Guy Verhofstadt (che solo una settimana fa aveva cercato di tirare i grillini dalla propria parte) ha ritirato la propria candidatura alla presidenza stringendo un accordo di cooperazione sulle priorità da affrontare che garantisce, tra l'altro, due vicepresidenze all'Alde e la guida dei negoziati per la Brexit. «Credo nell'Europa, ma abbiamo bisogno di cambiare, abbiamo bisogno di un Parlamento forte, di un buon presidente, un buon portavoce che lavori per tutti, un presidente che non sia un primo ministro, ma che abbia esperienza per difendere la libertà del parlamento di fronte a Commissione e Consiglio», ha detto Tajani presentando la propria candidatura e parlando in italiano, inglese, francese e spagnolo (lingua con la quale ha ricordato la difesa dei posti di lavoro di una fabbrica a Gijón che gli ha intitolato una strada). Crescita, occupazione, sicurezza e immigrati le quattro priorità europee messe sul tavolo.

Potendo sin dalla prima votazione contare sulla settantina di voti liberali da sommare ai 217 del Ppe si aspettava la terza votazione per sancire l'accordo con i cameroniani. Nel pomeriggio un po' di suspense perché i Conservatori hanno denunciato l'accordo popolari-liberali, ma successivamente alla terza votazione nella quale la fiamminga Stevens era scesa dalle 77 preferenze della mattina a 58, si è finalmente cementata l'intesa: i Conservatori avranno una vicepresidenza e i negoziati sulla Brexit saranno soft.

Cosa cambia con Tajani in Europa? «Il Pse torna alla sua vocazione naturale: la minoranza», dicevano ieri alcuni deputati del Pd commentando la probabile sconfitta di Pittella che ha rotto la Grosse Koalition con il Ppe che prevedeva l'alternanza (l'uscente Martin Schultz è un esponente della Spd tedesca). Dunque il centrodestra nelle sue varie declinazioni torna a essere leader in Europa. Con i socialisti resta fuori la destra euroscettica nelle sue varie articolazioni che si chiamano Farage, Salvini e Le Pen.

È presto per dire che è finito lo strapotere tedesco, ma si può già dire che sicuramente con Antonio Tajani i parlamentari europei hanno scelto un europeista convinto, sempre pronto alla trattativa.

Il principio-guida è semplice e diretto «non siamo sempre d'accordo, ma tutti ci rendiamo conto che dobbiamo trovare soluzioni». C'è molta differenza tra questa impostazione e quella degli epigoni merkeliani. E questo rassicura.

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