Il tasto "verde" è l'alternativa a questo Mes

Il tasto "verde" è l'alternativa a questo Mes

Non basta dire «non firmo questo Mes», bisogna proporre una seria soluzione alternativa tanto più agevole, ora che si è aperto un dibattito ufficiale sulle nuove regole europee. La proposta alternativa occorre per disinnescare il pericolo che il rifiuto puro e semplice causi una speculazione contro il nostro debito pubblico, fondata sull'assunzione che il governo sia diviso, non sappia decidere e una parte di esso manchi di competenza monetaria e di conoscenza dell'analisi economica del diritto.

Visco ed io avevamo proposto, come rimedio al pasticcio del nuovo ramo di Mes, la politica fiscale europea. Ora, questa soluzione viene facilitata dal discorso inaugurale della nuova presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, che propone una politica innovativa «verde» di investimenti e altre misure, per la salvaguardia dell'ambiente, l'equilibrio ecologico e la difesa del pianeta.

Su questa base si dovrebbe proporre una norma a parte, per cui il nuovo Mes è utilizzabile per investimenti «verdi» degli Stati membri. Ma ciò solo se esso non occorre a uno Stato membro, per lo scopo per cui è nato, cioè la garanzia di sostenibilità fiscale e finanziaria-bancaria dei paesi con alto debito, che han deficit eccessivi. Pertanto l'uso per investimenti «verdi» del nuovo ramo del Mes andrebbe consentito per gli Stati con alto debito, solo se possono dimostrare di avere a) un alto tasso di risparmi privati, b) un saldo attivo di bilancia dei pagamenti correnti e un limitato debito pubblico estero o estero vestito c) sofferenze bancarie smaltibili in misura adeguata entro il quadriennio: con una valutazione di questi requisiti da parte del Parlamento europeo. Ciò serve per evitare gli effetti negativi che ci derivano dal fatto che la nuova costola del Mes è stata firmata da quasi tutti e che, dato ciò, il «no» immotivato genera aspettative negative sulle finanze di chi non firma.

I tedeschi non hanno una prevenzione contro di noi, hanno una cultura che va compresa. In particolare, il loro amore e ammirazione per la nostra civiltà, dall'epoca romana in poi, è eccezionale. Lo stesso discorso vale per i francesi, nostri cugini d'oltralpe.

Ma, in questo caso, va rilevato che la peculiare dottrina tecnocratica di Macron, da cui è nata la proposta del nuovo fondo Mes, è intrisa di un nazionalismo economico, che non giova alla Francia medesima. Equivoci da chiarire con il dialogo, non servono le liti condominiali, siamo nella stessa barca e la gente che commercia lo sa.

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