Il Vaticano è in pericolo o no? Secondo la Cia e il Mossad la Santa Sede e papa Francesco potrebbero essere i prossimi obiettivi dei sanguinari miliziani dello Stato islamico. In una informativa top secret, divulgata ieri sera dalla tivù di Stato israeliana, si parlerebbe di commandos di jihadisti già in viaggio per Roma. L'allerta è massima, insomma. Ma non per il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Che, ancora una volta, minimizza: "Dopo le notizie che indicano il Vaticano come prossimo obiettivo dell’Isis, abbiamo fatto ulteriori verifiche e a noi non risulta, anche se il Vaticano è stato più volte citato dall'autoproclamato Califfo dell'Isis e sono apparse immagini con la bandiera nera sul Cupolone".
Gli 007 italiani confermano che il cuore della cristianità è un "possibile obiettivo" dello Stato islamico. Sebbene al momento "non ci siano segnali concreti" che possano far pensare ad un attacco imminente, la terribile minaccia arriva a poche ore da un altro allarme, "Roma è nel mirino", riferita dalla Bild tedesca, che cita a sua volta informazioni ottenute dalla National Security Agency (Nsa) americana. Già ieri, a piazza San Pietro per l’Angelus di papa Francesco le misure di sicurezza sono state visibilmente rafforzate. "Ignorare la minaccia di allarmi che può coinvolgere l’Italia - ha avvertito ieri il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni - sarebbe un errore". Ai nostri servizi Mossad e Cia avrebbero inviato nei giorni scorsi informative in cui si analizzano i possibili scenari, senza però indicare elementi concreti di rischio. "È possibile che qualcuno voglia alzare la posta - sottolinea all’Ansa una qualificata fonte d’intelligence - ma allo stato non abbiamo elementi concreti per poter sostenere che vi siano rischi maggiori". Eppure al Viminale tendono a smorzare i toni. "Nel sistema di relazioni con le autorità di sicurezza degli altri Paesi - ha spiegato Alfano - abbiamo fatto verifiche e a noi non risulta". Purtroppo il Vaticano è stato citato più volte dal Califfo Abu Bakr al Baghdadi. Fortunatamente il ministro dell'Interno assicura che il governo "non sottovaluta alcuna ipotesi, neanche quella più tenue".
Non è la prima volta che la Città Eterna e il Vaticano vengono tirati in ballo: a inizio settembre si rincorsero voci su una minaccia diretta contro papa Francesco, confermate anche dall’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede Habeeb Al Sadr. Padre Lombardi precisò successivamente che non c’era "alcun riscontro concreto". Pochi giorni dopo, il 21 settembre, in un violento discorso contro gli alleati dell’America nella coalizione che bombarda Siria e Iraq, il portavoce dell’Isis, Abu Muhammad al Adnani, minacciava di "conquistare Roma e spezzare le croci con il permesso di Allah". E ancora, qualche settimana dopo l'audio di Adnani, è arrivata una nuova provocazione: ai primi di ottobre, la bandiera dell’Isis "sventolava" su piazza San Pietro accanto alla scritta "Crociata fallita" nel fotomontaggio di copertina della rivista jihadista Daqib.
Quel che è certo è che dopo le stragi di Parigi i
jihadisti potrebbero colpire ancora, ovunque. La nuova minaccia sarà al centro del vertice straordinario sul terrorismo convocato dalla Casa Bianca, che ospiterà i leader mondiali il prossimo 18 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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