Toti ostaggio della burocrazia: è governatore ma solo in teoria

Liguria, slitta l'insediamento del neo eletto: troppi adempimenti. E per un altro mese a guidare la Regione sarà l'uscente Burlando

Toti ostaggio della burocrazia: è governatore ma solo in teoria

L'ufficio, almeno quello, c'è, con l'aria condizionata funzionante. Il governatore uscente Burlando, uscente ma ancora presente, gliel'ha fatto gentilmente trovare vuoto, a disposizione per il governatore entrante Toti, entrante nel senso che è entrato in Regione e ha pure preso l'ascensore, ma è ancora in attesa di nomina anche se eletto da ormai dieci giorni. «Siamo un po' clandestini anche noi qui» scherza Toti mentre varca l'ingresso del palazzo della Regione Liguria, per l'insediamento fisico ma non giuridico, perché i cavilli bizantini della legge hanno i loro tempi, lunghi. Ad accoglierlo, nessuno, solo l'usciere che fa entrare il governatore entrante e il suo gabinetto politico (ci sono l'ex presidente Biasotti, Deborah Bergamini, la giornalista Mediaset Ilaria Cavo e il nipote di Scajola, Marco, entrambi eletti) mentre all'ultimo piano il governatore uscente Burlando è alle prese con una riunione, visto che per il momento in carica c'è lui. È ancora la giunta Burlando a gestire l'accoglienza dei 130 clandestini appena spediti in Liguria dal Viminale, mentre l'eletto governatore Toti, al piano di sotto, ripete «in Liguria basta profughi». Ed è ancora il non più governatore Burlando che oggi parteciperà, come governatore, ad un importante comitato portuale. Mentre altri assessori uscenti disertano tavoli di crisi aziendali visto che sono uscenti e non si capisce a che titolo prenderebbero impegni per conto della Regione di cui non sono più neppure semplice consiglieri.

Un canovaccio da teatro dell'assurdo, un caos perfettamente a norma di legge. «In un'azienda privata un nuovo direttore è operativo dalla mattina dopo la sua nomina, qui ci vogliono settimane di attesa» si lamenta Toti, che intanto incontra il sindaco Doria e lavora in attesa dei poteri che ancora non ha. Se tutto va bene dopodomani arriverà il decreto di nomina dalla «Commissione elettorale centrale presso la corte d'Appello», che ufficializza l'insediamento del nuovo presidente e pure quello dei nuovi consiglieri, insieme alla lista dei primi dei non eletti, i cosiddetti «resti». Se lo aspettano per giovedì pomeriggio, «massimo venerdì mattina», perché i magistrati hanno dato tempo fino a oggi per ricevere le «memorie», cioè i ricorsi, che verranno esaminati domani. Fatto quello il verbale di nomina viene «trasmesso» al Consiglio regionale, il quale lo «trasmette» a Toti. Finita? No. Perché bisogna a quel punto convocare il nuovo consiglio per la seduta di insediamento, e passano altre due-tre settimane. Poi bisogna convocare un altro consiglio per presentare la nuova giunta, e si arriva come minimo a fine giugno, ma probabile si finisca a luglio, per avere il nuovo governo regionale. Cronache da Bisanzio.

Tra i ricorsi in ballo c'è anche quello del centrodestra per il ricalcolo dei consiglieri spettanti alla maggioranza, tre in più, che renderebbe più tranquilla la navigazione, con 18 consiglieri (più il presidente) contro 15 di opposizione. Anche se ci sono piani «B» in caso di insuccesso del ricorso. Un consigliere eletto a sinistra ma dal passato di centrodestra. E qualche amico nelle fila dell'opposizione anche grillina. Peraltro fare scouting, sull'onda della vittoria clamorosa in Liguria, non sembra affatto difficile. Bastava dare un occhio alla festa dell'altra sera, con Toti e lo stato maggiore di Forza Italia.

Se per le cene elettorali, prima di vincere, era difficile riempire un ristorante e gli invitati spesso neppure rispondevano all'invito, al Time di Genova (con annunciata la presenza di Berlusconi, poi rimasto ad Arcore) si sono presentate 1200 persone, il triplo del previsto. Come si dice: la sconfitta è orfana, ma la vittoria ha mille padri. «Anche ignoti» chiosa un azzurro genovese.

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