"Giancarlo Gentilini non è più rappresentativo della nostra idea di Lega": una frase che colpisce come un pugno in piena faccia, per chi conosce la storia politica e personale del sindaco-sceriffo che ha legato il proprio nome alla città di Treviso.
Eppure sono parole pronunciate proprio dal segretario provinciale del Carroccio Dimitri Coin a seguito di un'intervista dell'ex sindaco al giornale locale La Tribuna di Treviso. Un'intervista molto dura, in cui Gentilini si diceva "disgustato" della Lega di oggi, definita senza mezzi termini un "poltronificio" dopo il giro di poltrone e le faide interne seguite al caso Ascopiave- il colosso del gas di cui le varie correnti leghiste avrebbero tentato di spartirsi le cariche.
Ma le accuse dello "sceriffo" rimontano a molto più in alto, arrivando fino a indirizzarsi alla segreteria federale: "Salvini dovrebbe dare una bella ripulita, rilanciando la mia grande idea di una Lega Veneto-Lombarda-Piemontese e stop. Tornando ai valori del 94, all’attenzione per le necessità primarie delle persone". Il solo a salvarsi è il governatore del Veneto Luca Zaia, definito "l’unico che risponde ai bisogni e ai sogni della gente" - e che però avverte: "Giancarlo, dovresti sapere che così danneggi la tua casa".
Le dichiarazioni dell'ex sindaco, però, non sono affatto piaciute nemmeno agli alti ranghi della Lega trevigiana, da cui hanno spiegato che Gentilini non è stato espulso perché come per tutti i tesserati da più di 10 anni il suo caso dovrebbe essere vagliato direttamente da via Bellerio (dove però non è stata avanzata ancora alcuna richiesta in tal senso). Coin, ad ogni buon conto, ha fatto sapere che qualsiasi candidatura a sindaco di Treviso (Gentilini aveva intenzione di correre con una propria lista) dovrà passare per la sua approvazione.
Lui, il diretto interessato, tira dritto per la sua strada come è sempre stato interessato a fare: "Ho amministrato per 22 anni e ho accolto solo applausi - ricorda l'ex sindaco - Se c'è un cambiamento di rotta non me ne frega. Da Alpino, resto fedele al motto: Dio, patria e famiglia"
In un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera rincara la dose: "Non
possono mica espellermi. Quello che non va bene è il tentativo di trasportare il credo leghista in mezzo ai denari. Se qualcuno tocca un euro, gli taglio le mani. E poi, se sei un leghista, devi guardare solo il popolo."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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