Dopo lo scandalo sulle strutture d'accoglienza per immigrati, gli inquirenti fanno luce sul business dei campi rom. Al centro ci sono sempre le cooperative. Il sistema, poi, è più o meno lo stesso. Con Salvatore Buzzi, il ras delle coop al centro dell'inchiesta "Mafia Capitale" che, grazie agli agganci in Campidoglio, che faceva palate di soldi con i nomadi. Analizzando il "libro nero" di Nadia Cerrito e Paolo di Ninno (segretaria e commercialista di Buzzi) gli investigatori hanno messo in luce la truffa della moltiplicazione dei rom di Castel Romano.
Sul "libro nero" di Di Ninno spunta la "spartizione dei proventi derivanti dalla realizzazione" del campo di Castel Romano. "Si evidenzia che la moltiplicazione 300x9, 85x365 - spiegano i carabinieri - sta indicare il numero di persone indicate come ospitate presso il campo F (quello di Castel Romano, ndr) moltiplicate per il costo procapite giornaliero e poi per i 365 giorni". Grazie alle intercettazioni i militari hanno messo a nudo il conteggio fittizio: "Il numero delle persone realmente presenti, a detta degli indagati, era stato aumentato perché risultasse maggiormente favorevole ai guadagni del sodalizio".
Un sistema ben oliato che ha inizio quando al Campidoglio c'è Walter Veltroni. È, infatti, in quegli anni che ha inizio il sodalizio tra Buzzi e Claudio Odevaine, ex vice capo gabinetto di Veltroni. "Perché a me 'na grande mano me l'ha data per quel campo nomadi Massimo, perché un milione e due, seicento per uno, chi cazzo ce l'ha un milione e due cash?", ha spiegato lo stesso Buzzi all'imprenditore Giovanni Campennì.
Tra la Giunta Veltroni e la Giunta Alemanno c'è stata continuità.
Al capo della coop "29 Giugno" è bastato rivolgersi direttamente a Carminati per avere l'aggancio giusto in Campidoglio. "Noi paghiano - gli hanno spiegato al Comune di Roma - ti paghiamo 300 persone, in realtà ce ne sono 150". E la truffa è fatta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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