Atene - «Con me perdono gli oligarchi». Era la notte del 25 gennaio 2015 e con queste parole il premier greco Alexis Tsipras, parlando alla folla ateniese che urlava contro la troika, si schierava ufficialmente dalla parte del popolo greco e contro il potere rappresentato dagli oligarchiarmatori, che in Grecia, grazie ad una disposizione in Costituzione, possono non pagare le tasse per i ricavi ottenuti in loco. Ma oggi, dopo che sulla troika Tsipras ha fatto rapidamente marcia indietro, come su mille promesse pre-elettorali, il rapporto tra il primo premier di sinistra della storia greca e uno degli armatori più in vista nel Paese è scosso da un'intercettazione telefonica, pubblicata dal noto giornalista Makis Triantafilopulos, sul popolare magazine Zougla. Risale al 2012 e riguarda il presidente della squadra di calcio dell'Olympiakos Pireo, Vanghelis Marinakis, anche armatore, e l'editore della rivista Protothema, Tassos Karamitsos. Parlano di 30 libri da consegnare direttamente a Tsipras, o sulla scrivania o direttamente a casa sua in una telefonata piena zeppa di allusioni e frasi in codice. Erano i giorni delle doppie elezioni, quando i conservatori di Nea Dimokratia non riuscirono da soli a comporre un esecutivo e furono costretti a un governo di larghe intese con i socialisti del Pasok, mentre l'Europa rischiava il crack proprio sui conti ellenici. In quelle urne nacque la prima legittimazione di Syriza, che toccò quota 26% a soli tre punti dal partito del premier Samaras. Il dato è che l'armatore Marinakis, notoriamente di destra, nel 2012 fiutando l'aria del cambiamento si era schierato con Tsipras e lo aveva fatto stravincere sia nella regione dell'Attica, con la sua protetta Rena Dourou che si impose agevolmente, che nel potente borgo del Pireo con il sindaco Moralis, casualmente anche vicepresidente dell'Olympiakos.
Nulla da eccepire sul possibile sodalizio tra il compagno Alexis e il milionario Vanghelis, se non fosse che Tsipras aveva annunciato strali proprio contro armatori e squadre di calcio rei di non aver pagato le tasse in passato, a maggior ragione in periodi di sforbiciate e tagli grazie al memorandum di Fmi, Ue e Bce. Un pacchetto con i primi 30 libri che potrebbe lievitare anche a 40 e 50 pezzi, si legge nei brogliacci. Per questo, dice al Giornale Makis Triantafilopulos, sarebbe utile «che i protagonisti spiegassero questo tono da cospirazione per alcuni libri, o come mai c'era questo canale diretto tra un editore e un armatore di destra e il futuro primo ministro, e come mai questa storia è rimasta nei cassetti dei servizi segreti greci senza che la giustizia abbia avviato un'inchiesta». Nel suo editoriale sottolinea che anche in Grecia «la sinistra vuole conservare intatta la sua immagine di moralità, contro i peccatori di destra» salvo poi scontrarsi con la realtà di fatti e rapporti. Nessuno sa con certezza se quei 30 pezzi fossero libri, cavalli o mazzette ma il caso si intreccia con quello delle società offshore a Panama su cui giusto qualche giorno fa il governo Syriza ha di colpo cambiato emendamento per normarle, senza dimenticare che la Grecia è tra i primi Paesi più corrotti in Europa, come dimostrano gli scandali degli ultimi anni sull'asse AteneBerlino.
Nel 2013 il direttore della Difesa, Antonis Kantàs, rivelò ai magistrati tutti i dettagli sulle tangenti pagategli dai tedeschi per la fornitura di armi. Passando per le mazzette date dalla Siemens con un danno da 70 milioni di euro all'azienda greca di telecomunicazioni Ote, tra bustarelle e mancati incassi.twitter@FDepalo
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