«Il tumore è colpa della sfortuna»

Lo dice una ricerca statunitense: i due terzi dei casi non dipendono dallo stile di vita o da predisposizione genetica

«Il tumore è colpa della sfortuna»

LondraAmmalarsi di cancro è più che altro una questione di sfortuna. Lo stile di vita è importante, il fattore genetico pure, ma alla fine tutto si riduce al gioco del destino. A sostenere una tesi che sembrerebbe uscita dal calendario di Frate Indovino è l'ultimo studio scientifico pubblicato sull'autorevole rivista Science . Dopo aver passato anni ad ascoltare i consigli degli esperti che ci dicevano come i tumori vengano provocati da un'alimentazione povera, dalla mancanza di movimento o dagli errori genetici trasmessici dai genitori, adesso arriva l'ultima ricerca a scompigliare le carte spiegandoci che due terzi dei casi di cancro sono frutto di un errore del tutto casuale nella divisione delle cellule. Un errore che non è possibile prevedere, né controllare in alcun modo. Gli studiosi hanno scoperto che più le cellule necessitano di replicarsi per rimanere sane, più aumenta la possibilità che il cancro si sviluppi. Sempre per questo motivo gli esperti sono stati in grado di spiegare perché alcuni tipi di tumore sono più frequenti di altri. Il cancro del colon per esempio è molto più comune di quello all'intestino perché le sue cellule si dividono due volte più velocemente di quelle dell'intestino. Più numerose e veloci sono le mutazioni delle cellule, più alto è il rischio d'incidenza cancerosa. Su un totale di 31 tipi di cancro presi in esame dai ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine, soltanto nove sono risultati collegati al tipo di vita o ad anomalie genetiche. I restanti 22 erano invece il risultato di un insieme di fattori dove quello predominante era appunto la casualità. Una simile scoperta spiegherebbe anche il motivo per cui tra i malati di cancro ai polmoni risultano anche soggetti che non hanno mai fumato anche se è indubitabile che il consumo di sigarette incrementi il rischio. Tuttavia, secondo i ricercatori «i numerosi casi di fumatori che non si sono mai ammalati di tumore sono dati dal fatto che costoro sono stati, semplicemente, più fortunati di altri».

In seguito a questa scoperta gli scienziati sostengono che - dato che molti tipi di tumore non si possono prevenire attraverso gli studi genetici o le alterazioni dello stile di vita - si dovrebbero velocizzare le diagnosi in modo da poterli scoprire non appena si sviluppano. Una tesi che azzera tutta la campagna fatta a proposito della prevenzione e pone invece l'accento sulla diagnosi precoce della malattia. «È necessario focalizzare le nostre risorse sui metodi preposti ad individuare il tumore nel suo stadio iniziale che è quello in cui esistono maggiori possibilità di cura» ha commentato ieri il dottor Cristian Tomasetti. Com'era prevedibile lo studio ha suscitato reazioni opposte nel mondo della medicina e sono molti gli studiosi che continuano a sottolineare l'importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano.

«Anche se siamo consapevoli che alcuni errori genetici sono casuali - ha commentato la dottoressa Emma Smith del Cancer Research Uk - sappiamo anche che il rischio di sviluppare un tumore dipende dalla combinazione dei nostri geni, dell'ambiente e da altri aspetti della nostra vita, molti dei quali sono controllabili. Attualmente stimiamo che più di quattro casi di tumore su dieci si possano prevenire con una dieta sana, controllando il peso, eliminando alcolici e sigarette».

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