Beirut La prima spedizione del sistema missilistico di difesa aerea S-400 russo è atterrata ad Ankara, alla base aerea di Murted. Un altro aereo con altro equipaggiamento è in procinto di volare in Turchia. E un terzo lotto, secondo una fonte riservata, che trasporterà «120 missili antiaerei di vario tipo» sarà consegnato «alla fine dell'estate, via mare». Ma non è finita qui. Personale turco andrà in Russia per l'addestramento a luglio e agosto e 20 militari sono già stati addestrati a maggio e giugno.
La reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stata di soddisfazione. Ha descritto la conclusione del contratto da 2,5 miliardi di dollari come «una decisione sovrana» che «non può essere messa in discussione da Washington o dagli altri alleati militari della Turchia in Occidente». Alla fine del mese scorso, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper aveva affermato: «Se la Turchia accetta la consegna dell'S-400, non riceverà più gli F-35. È così semplice».
Altri funzionari della difesa degli Stati Uniti hanno aggiunto che non volevano che i jet F-35 fossero vicini ai sistemi S-400 perché temevano che i tecnici russi avrebbero potuto spiarne i segreti. La Turchia ha rassicurato che i due sistemi sarebbero stati collocati in luoghi separati. Gli Stati Uniti hanno già sospeso le consegne dell'aereo in Turchia e la formazione dei piloti turchi. Ad aprile, il vicepresidente Mike Pence aveva avvertito che l'esclusione della Turchia dal programma congiunto F-35 «danneggerà non solo la capacità di difesa della Turchia, ma potrebbe paralizzare molti dei produttori turchi dei componenti del sistema». Le compagnie turche producono 937 parti dell'aereo.
Gli Stati Uniti hanno avvertito che avrebbero potuto «imporre sanzioni economiche». Le sanzioni potrebbero danneggiare gravemente l'economia turca, che sta già soffrendo a causa dell'alta disoccupazione e dopo la mossa di Erdogan di licenziare il governatore della Banca centrale turca. L'acquisto degli S-400 può causare una profonda spaccatura e crisi politica tra Washington e Ankara. È la prima volta che un membro della Nato compra questo tipo di equipaggiamento dalla Russia. La Turchia ha il secondo più grande esercito dell'Alleanza Atlantica. Ed è uno degli alleati chiave degli Stati Uniti: confina con Siria, Irak e Iran.
Le relazioni si sono deteriorate dopo il fallito tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016 a opera secondo Ankara del predicatore islamico Fethullah Gülen, esule negli Stati Uniti. Ma anche dal conflitto in Siria le posizioni di Erdogan si sono sempre di più avvicinate a quelle del presidente russo Vladimir Putin.
Secondo alcuni analisti, per l'élite politica di entrambi i Paesi, Russia e Turchia, quanto è avvenuto è diventato un simbolo della loro resistenza all'egemonia occidentale. Ma la cooperazione tra i due alleati è anche su altri fronti: nella costruzione della centrale nucleare di Akkuyu e il gasdotto TurkStream che va dalla Russia alla Turchia.
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