La Turchia "normalizzata" non è un paese per donne

La Turchia "normalizzata" non è un paese per donne

Il mondo per le donne diventa ogni giorno più piccolo. E la Turchia non è più un posto accogliente per il gentil sesso. Il fascino di Istanbul, città a cavallo tra Occidente e Oriente, lungo la linea permeabile del Bosforo, subisce la minaccia di chi vorrebbe archiviare la tradizione laica di Ataturk per la conversione totale all'Islam. Fanno impressione le testimonianze delle donne turche che raccontano una Turchia che cambia, e la conseguenza del tentato golpe è l'accelerazione verso una deriva integralista. Sarà pure che, come pretenderebbero alcuni, la religione non c'entra ma è un fatto che all'avanzata dell'islamismo radicale si accompagni la compressione dei diritti delle donne.

«Da sabato vengo al lavoro con meno pelle in vista» ha dichiarato una donna al Corriere della sera. L'irrigimentazione patriarcale passa per l'autocensura. I «turchi bianchi», così vengono apostrofati i laici, sono guardati con sospetto, le donne che si ostinano a mostrarsi in pubblico con braccia e gambe scoperte violano il comune senso del pudore. A dispetto della legislazione turca, avanzata in materia di parità di genere, la consuetudine islamista prende piede, e si impone anzitutto nelle strade, nei tribunali, nelle stazioni di polizia, nei locali della movida. «Da almeno quattro anni il governo spinge verso un conservatorismo sempre più marcato: la legge islamica si avvicina sempre di più» afferma l'avvocatessa Ceren Akkawa, attivista di «Mor çati», la prima ong turca contro la violenza sulle donne.

Erdogan, il presidente con aspirazioni da sultano, veste abiti sartoriali occidentali, ma al pubblico mostra la moglie Emine col capo coperto. Da quando Erdogan è al potere, le scuole islamiche sono rifiorite, le moschee si sono moltiplicate e il turban, il velo turco che nasconde i capelli, vietato dal 1924 per volere di Ataturk, è stato riammesso nelle scuole e negli uffici pubblici. Man mano che l'islamizzazione avanza, le donne si sentono meno al sicuro e hanno paura di girare da sole per strada. Basti pensare alla notte di Capodanno a Colonia o agli stupri e alle molestie consumate in pieno giorno nella rivoluzionaria piazza Tahrir: è questa la concezione islamica delle donne. Mero oggetto sessuale, luogo di oppressione fisica e mentale. Fa orrore pensare che in Turchia potrebbe essere introdotto per legge il cosiddetto «matrimonio riparatore» hai violentato una donna? Se la sposi, non dovrai risponderne penalmente. Lo ha proposto la «Commissione parlamentare sul divorzio».

Se la

Turchia metterà definitivamente il velo alle sue donne, volterà le spalle alla modernità e all'Occidente. Già oggi chi ha i mezzi emigra altrove. Chi rimane assisterà a un inesorabile declino culturale, economico e sociale.

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