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Tutti contro Conte (fuori e dentro la maggioranza): ecco perché potrebbe cadere

Dopo l'avvertimento di Renzi, i partiti ragionano su uno scenario che potrebbe mettere fuori gioco il capo dell'esecutivo giallo-rosso, che ha perso molta della sua credibilità

Tutti contro Conte (fuori e dentro la maggioranza): ecco perché potrebbe cadere

Il contenuto dell'ultimo messaggio di Matteo Renzi rivolto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato forte e chiaro al suo destinatario. Il quale, come spiegato ieri da Adalberto Signore sul Giornale di ieri, due giorni fa, in Senato, ascoltava in silenzio tra i banchi del governo le intenzioni del leader di Italia viva, con il timore magari di non proseguire l'esperienza di governo, finendola già nei prossimi mesi. Visto che, senza uno sforzo di "verità", il partito di Renzi avrebbe potuto negare il suo appoggio all'esecutivo giallo-rosso.

Renzi e la possibile situazione esplosiva

Lo stato di salute della maggioranza e il suo futuro appaiono tesi, soprattutto al presidente del Consiglio, consapevole che senza l'appoggio del partito dell'ex dem Renzi, il governo potrebbe saltare. E se Renzi è consapevole che una crisi di governo nei prossimi mesi potrebbe dividere i suoi gruppi parlamentari (con il rischio che molti esponenti tornino nel Partito democratico), è altrettanto conscio che uno scenario di rottura meno rumoroso potrebbe indebolire Conte, dandogli il tempo di prepararsi a batterlo in un momento politicamente migliore. Perché la situazione esplosiva potrebbe arrivare fra qualche mese, considerati i ritardi nell'erogazione degli aiuti alle famiglie e del credito alle imprese, con la conseguenza di un'esplosione dei licenziamenti e dei fallimenti aziendali. E soprattutto quando si saprà che cosa ne sarà stato del Mes e del Recovery Fund (che ora restano partite aperte).

Lo scenario attuale

E se l'avvertimento di Renzi ha messo in subbuglio un po' tutti, compreso il Pd, anche il Quirinale sembra essere perfettamente cosciente della fragilità del governo Conte. Come riportato da Affari Italiani, però, il Colle per "ragion di Stato" probabilmente non interverrà, a meno che non subentrino fatti nuovi, come altre rotture o l'arrivo di qualche leader politico con un'alternativa di governo già pronta, compreso un piano di ricostruzione e ripartenza (che finora è mancato dalla diffusione dell'epidemia Covid-19). Perché in questo momento, il capo dell'esecutivo sembra aver perso credibilità, sia per la difficile situazione economica in cui versa il Paese, sia per la moltitudine di conferenze stampa organizzate nelle ultime settimane.

I dubbi del Pd

E se, come ipotizzato, le cose per Conte non dovessero mettersi bene per davvero fra qualche mese, i partiti si muoveranno di conseguenza. Come ricostruito dal quotidiano, il Pd preferirebbe che Conte andasse avanti, anche perché un governo di unità nazionale indebolirebbe il suo peso. Ma tra i dem sono (ancora una volta) spaccati e c'è chi auspica cambiamenti (come Marcucci e Delrio). Anche all'interno del Movimento 5 Stelle non c'è un'unica linea condivisa, anche se pubblicamente si sostiene Conte.

Tra i pentastellati sembrano aumentare i dubbi, anche per lo scarso coinvolgimento della "base" da parte di Conte nelle decisioni prese, che per l'elettorato rappresentano scelte controverse.

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