Tra il “controllato” e il “controllore” esistono una serie di porte girevoli grazie a cui gli ex politici passano con molta nonchalance dal settore pubblico a quello privato, come dimostra il caso Atlantia-Benetton.
Il caso più celebre, spiega in un lungo articolo Claudio Antonelli de La Verità, è quello dell’ex premier Enrico Letta che, dopo essere stato azzoppato da Renzi, nel 2015 è diventato docente Scuola di affari internazionali di Parigi. Ma non solo. Sempre in quell’anno viene nominato membro del cda di Abertis, colosso spagnolo intrecciato con Atlantia che possiede la maggioranza di Autostrade per l'Italia. Ed è proprio l’azienda dei Benetton che la scorsa estate avvia una scalata per acquisire Abertis, insieme alla tedesca Acs. A tal proposito Enrico Letta, ieri, ha replicato sul giornale diretto da Maurizio Belpietro, essere entrato nel cda di Abertis “alla fine del 2016 quando questa era una società spagnola, e prima che venisse ventilata l'ipotesi di Opa da parte italiana”. “Da Abertis – precisa l’ex premier - sono uscito, dimettendomi volontariamente, e dandone pubblica notizia nel maggio scorso, esattamente quando è cambiata la proprietà con l'ingresso di Atlantia”. Una scelta intrapresa “proprio per evitare al massimo possibili conflitti di interesse con le mie precedenti funzioni”.
Una sua ex collaboratrice, Simonetta Giordani, invece, nel 2006 ha lavorato per Autostrade per l’Italia e, nello stesso tempo, si occupava di vari think tank compreso quello di Enrico Letta. Una volta divenuto premier, l’allora vicesegretario del Pd nomina la Giordani sottosegretario ai Beni culturali. Incarico che è costretta a lasciare dopo l’arrivo di Matteo Renzi. Va quindi in Fs come consigliere e, poi, torna in Atlantia, dove le viene affidata la gestione degli Affari istituzionali. Un altro lettiano è Roberto Garofoli che ha un passato in Anas, da magistrato, si è più volte occupato di collegi arbitrali per la rete stradale e autostradale. Dopo essere stato segretario generale di Palazzo Chigi, oggi è capo di gabinetto del ministro Giovanni Tria che gli ha confermato l’incarico ricevuto dal suo predecessore, Pier Carlo Padoan.
Ma c’è un nome ben più prestigioso che, nel corso della sua carriera, ha fatto la spola tra palazzo Chigi e le società dei Benetton. Stiamo parlando del prodiano Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici tra il ’97 e il ’98 e delle Infrastrutture nel 2006, nonché sindaco di Venezia dal 2000 al 2005. Da ministro dei Lavori Pubblici getta le basi per la privatizzazione della rete autostradale e per il successivo metodo di concessioni. Arriviamo così al 2010 quando i Benetton lo vogliono come presidente del cda di Spea Engineering, una controllata di Autostrade per l'Italia.
Due anni fa, infine, il gruppo Atlantia, che, oltre ad Autostrade, controlla la società Aeroporti di Roma (quella di Fiumicino e di Ciampino), vince la gara per la privatizzazione dell'aeroporto di Nizza e di due altri piccoli scali regionali che si occupano degli scali di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint-Tropez. E i Benetton chi scelgono sedere nel consiglio di sorveglianza dell'aeroporto? Sempre Costa, in quanto esperto del settore, naturalmente.
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