Notte in discoteca. Qualche bicchiere di troppo per chi è alla guida. Esce di strada e provoca la morte dei tre amici con lui in macchina. Accade a Vigarano Mainarda, paese di 7mila abitanti nella Bassa Ferrarese, al confine con il Modenese, terra terremotata, nel 2012, dove il sindaco Barbara Paron proclama il lutto cittadino.
I quattro hanno tutti meno di 30 anni, venivano da un locale del paese, Lo Spirito. Verso le 2 del mattino decidono di rientrare. Alla guida della Mazda 3 bianca c'è Enrico Felloni, 24 anni, ferrarese: è diretto verso la città, esce di strada poco prima di un rettilineo, verso il mobilificio Dondi. Lo schianto è terribile, l'auto si accartoccia. Rimbalza sulla carreggiata, senza coinvolgere altri mezzi, e finisce contro un platano. Si salva solo il guidatore, Felloni esce dall'abitacolo e allerta i soccorsi, ma per i tre amici non c'è niente da fare: lui è ricoverato all'ospedale Sant'Anna a Cona, non in pericolo di vita.
Muoiono sul colpo due rodigini, Giulio Nali, 28 anni, di Occhiobello, e Manuel Signorini, 23 anni, di Salara, e la 21enne ferrarese Miriam Berselli. Gli esami tossicologici evidenziano il livello alcolemico di 1,3 grammi per litro, due volte e mezza superiore al limite di legge, per mettersi alla guida, di 0,5. Sulla tragedia incidono la velocità sostenuta e asfalto umido, che fanno uscire di strada l'auto in via Modena, comunque il 24enne è indagato per omicidio stradale plurimo. I quattro lavoravano in un supermercato di Ferrara, l'Iper Tosano, Miriam era popolare, su Facebook e Instagram. Qui la ricorda da Andreas11: «Era una persona che meritava solo tanta felicità: non meritava tutto questo per colpa di un incosciente, non meritava un briciolo di male». Aveva studiato alla fondazione per l'agricoltura Fratelli Navarra. Da due anni lavorava come cassiera al supermercato. Bellissima, capelli lunghi a treccia, viveva a Ferrara con la madre, Monica. Svegliata nella notte assieme ai nonni, dalla tremenda telefonata: i tre sono corsi alla camera mortuaria e poi a vedere quell'albero maledetto. Gli amici si muovevano fra le discoteche della zona, dal Muretto di Jesolo alla Rimini beach arena, il biondo Manuel era stato in vacanza a Valencia, in Spagna. Lascia il padre Sauro, addestratore di cani rottweiler, mamma Susanna e la sorella Elena, che lavora da un commercialista: «Eri il mio fratellino - scrive su Facebook -. Mio dio mi sento morireManuel perché ci hai lasciati così?». Si era diplomato a Badia Polesine, faceva il commesso. Giocò a calcio nelle giovanili a Legnago, Badia e Lendinara, adesso era in seconda categoria, nel Salara. Appassionato di skateboard, d'inverno praticava lo snowboard, d'estate il wakeboard, a Lignano Sabbiadoro, dove andava in vacanza.
Giulio Nali si era laureato in radiologia, a Ferrara, nel 2014, comunque aveva scelto di lavorare nel supermercato, come guardia giurata, da due anni. Lascia il padre Enrico Maria, vigile a Melara, e la mamma, titolare della merceria Punto Rosa.
Grande tifoso dell'Inter, era fidanzato con Benedetta, che pure lavora al Tosano. «Amava giocare a calcio a 5», ricorda l'amico Giacomo. E il suo ex allenatore, Claudio Zangherati: «Era un ragazzo molto intelligente, generoso».
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