Roma - Impossibile replicare l'accordo che la Ue ha preso con la Turchia per altri Paesi. E il governo italiano che sperava si potesse riproporre quel patto anche per la Libia e altri paesi africani si prende un altro no dall'Europa. Ieri il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha partecipato a Bruxelles al consiglio Affari Interni e Giustizia dove si è parlato di rischio terrorismo e immigrazione. Il titolare del Viminale si è affrettato a smentire che ci siano divergenze tra lui ed il premier rispetto alla necessità di nuovi hotspot, centri di detenzione temporanea, dopo che ieri da Palazzo Chigi era arrivato un freno alla proposta di hotspot galleggianti avanzata da Alfano e anche alla richiesta Ue di aprire nuovi centri sulla terraferma. Ora il ministro assicura che le dichiarazioni del premier «sono corrette ed ineccepibili», come era prevedibile visto che Alfano si guarda bene dall'entrare in rotta di collisione con Renzi. «I migranti stanno calando e noi lavoriamo per ridurre il flusso - spiega Alfano - Io mi preparo nell'eventualità che servano nuovi hotspot in modo da farci trovare pronti all'appuntamento». Peccato che due giorni fa Alfano avesse detto «siamo disponibili all'apertura di nuovi hotspot» e non «li apriremo se necessario» mentre Renzi ha subito chiarito che al momento questa disponibilità non esiste.
Altra nota dolente rispetto alle richieste italiane alla Ue riguarda il Migration Compact ovvero quel piano stilato da Palazzo Chigi per fare fronte all'emergenza immigrazione che l'Europa ufficialmente «apprezza». Alfano ha riferito che la proposta di Migration Compact «sta ottenendo il consenso dei partner europei». Ma in che cosa consisterebbe esattamente questo consenso? Visto che l'Italia propone tra l'altro di avviare un dialogo teso a concludere accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei migranti è stato deciso che una delegazione italiana sarà la prossima settimana in Niger. «La nostra delegazione sarà capitanata dal sottosegretario Domenico Manzione - prosegue Alfano - Il punto essenziale è che stiamo ricevendo sostegno da tutti per il nostro piano sull'immigrazione».
Ma anche su questo fronte il sostegno dell'Europa appare più di forma che di sostanza. L'auspicio di Renzi era quello di veder replicato per l'Italia e la Libia il modello di accordo stipulato con la Turchia. Ma in quel caso c'era il peso della Germania a far pendere la bilancia a favore del sì. Quello dell'Italia evidentemente non basta visto che al termine del consiglio il commissario Ue per l'immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha precisato che per il momento è «difficile» ipotizzare di applicare ad altri paesi l'accordo tra la Ue e la Turchia per la gestione della crisi dei migranti. Insomma se per la Turchia sono stati trovati 3 miliardi di euro subito e altri 3 entro il 2018 per sostenere l'impatto economico dei profughi per altri eventuali accordi «per il momento» no. Sono stati previsti però 56 milioni di euro per la Grecia per affrontare il processo di registrazione e valutazione delle richieste di asilo.
Nella riunione è stato anche deciso di
rafforzare il meccanismo di sospensione dell'esenzione dei visti nella prospettiva della liberalizzazione dei visti per la Turchia nell'area Schengen in modo da poter introdurre il cosiddetto «freno d'emergenza» in caso di abusi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.