È morto il re, viva il re. La prima fase è la Glorificazione. Poi arriverà la Successione. Ma il re stavolta aveva programmato tutto, com'era nel carattere di Gianroberto Casaleggio, puntiglioso organizzatore con una fede incrollabile nelle regole e nelle tecnologie, ben rappresentata dalla fulminante battuta del suo clone parodistico su Twitter che ieri lo ha fatto parlare dall'Aldilà: «Riforma immediata comunicazioni. Qui wi-fi prende malissimo». Fino all'ultimo aveva voluto proteggere la sua privacy, facendosi perfino ricoverare sotto il falso nome di Gianni Isolato, ma un mese fa, aveva riunito i vertici, del movimento incluso Beppe Grillo, il figlio Davide e il direttorio con le tre punte di diamante Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico più Carlo Sibilia e Carla Ruocco, e aveva rivelato loro fino in fondo quali erano le sue condizioni di salute e aveva prospettato un percorso per il movimento, un orizzonte per i prossimi dieci mesi. Una specie di testamento politico, appunti per una strada che dovrebbe portare i grillini alle sfide più importanti, le amministrative a giugno e il voto politico che Casaleggio prevedeva per il 2017.
In questo sentiero si inserisce anche la glorificazione, iniziata spontanea sul web subito dopo la notizia della morte. «Ora dimori nei nostri bit», scrive un simpatizzante sulla pagina Facebook della Casaleggio Associati. Ed è l'epitaffio più azzeccato: al tempo del web la sopravvivenza in Rete è un fenomeno che riguarda chiunque, figuriamoci un vero guru di internet come Gianroberto Casaleggio. I Cinque Stelle dovranno fare a meno della genialità del loro patron tecnologico, ma guadagnano un mito, immortale come le rockstar morte prematuramente. Un mito la cui incarnazione digitale sarà gestita dalla sua creatura, la Casaleggio Associati. Beppe Grillo del resto ci ha già pensato: nel suo spettacolo attualmente in tour, «Grillo vs Grillo», Casaleggio appariva già come un ologramma con cui il comico dialoga sul palco. Una mossa che ora diventerà di grande effetto e che sicuramente il comico aveva pensato insieme al suo ispiratore.
La glorificazione, naturalmente, prevede l'elaborazione del lutto, ieri Beppe Grillo ha sospeso lo spettacolo a Napoli e Luigi Di Maio, ha usato toni più da familiare che da sodale politico: «Rispettate il nostro dolore», ha detto rivolto ai giornalisti mentre entrava nella camera mortuaria all'Istituto auxologico di Milano. Il funerale, ha annunciato Grillo, è fissato per domani alle 11 presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.
È morto il re, viva il re. La seconda fase è la Successione. Anche questo un capitolo in parte già scritto. La macchina tecnica, la Casaleggio Associati, è già da tempo saldamente in mano al figlio avuto dalla prima moglie, la linguista Elizabeth Birks. Davide, 39 anni, laureato alla Bocconi con una tesi sull'e-business e autore di un libro sul web marketing (Tu sei Rete), aveva già il 30 per cento dell'azienda di famiglia, stessa quota del padre, e ora ne sarà il socio maggioritario. In realtà, vista la malattia di Gianroberto, già da tempo è lui ad avere in mano le leve tecniche del Movimento, la gestione della Rete e del sito di Beppe Grillo, quindi la principale fonte di finanziamento.
Sui social network legati al movimento c'è già chi inneggia a Davide: «Spero che continuerai il lavoro iniziato da tuo padre». Ma Davide è, se possibile, ancora più ritroso e riservato di Gianroberto. Ha più consuetudine con i parlamentari del movimento a Bruxelles che con quelli di Roma e il padre aveva già spiegato ai fedelissimi che il suo erede non aveva velleità politiche. Ancora più del padre, Davide dovrebbe svolgere una funzione di garante della struttura, un'intelligenza ancor più dietro le quinte. Dunque ora il direttorio avrà ancora più spazio e potere: il primo test sarà il caos sulla validità giuridica delle Comunarie.
Con Grillo più defilato, a Di Maio e soci potrebbe mancare drammaticamente il carisma di Casaleggio senior, intervenuto più volte a sedare le frizioni in quella parte della base che mal sopporta il direttorio e già invoca «più assemblearismo».Twitter: @giuseppemarino_
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