Unioni civili, il giudice Deodato risponde alla comunità Lgbt: "Ho solo applicato la legge"

Il giudice Carlo Leodato risponde a Franco Grillini, presidente di Gaynet, che l'aveva chiamato in causa per le sue posizioni contro la 'teoria gender' espresse su Twitter

Unioni civili, il giudice Deodato risponde alla comunità Lgbt: "Ho solo applicato la legge"

"Giurista, cattolico, sposato e padre di due figli. Uomo libero e osservatore indipendente di politica, giurisdizione, costumi, società". Così si definisce sul suo profilo Twitter Carlo Deodato, il giudice del Consiglio di Stato estensore della sentenza sulle nozze gay, chiamato in causa per le sue posizioni dal presidente di Gaynet Franco Grillini.

Su Twitter ha scritto, in totale, 53 tweet e spesso su temi relativi alla 'teoria gender' e alla comunità Lgbt oppure ha pubblicato una foto di una manifestazione delle 'Sentinelle in piedi'. Il 9 aprile ha pubblicato una foto di papa Francesco con la scritta "Card. Bergoglio: 'solo nel matrimonio c'è fecondità" mentre il 5 aprile, in occasione della Pasqua, ritwitta "La vita è il dono più grande". Deodato, chiamato in causa, ha risposto che non usa Twitter da tempo, anzi si era persino scordato di averlo e che ha "solo applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza". Il giudice ha, poi, spiegato che "la sentenza è collegiale, invece vedo che attaccano solo me. Noi - sottolinea - abbiamo ritenuto che tecnicamente la trascrizione delle nozze gay celebrate all'estero fosse illegittima e che il prefetto di Roma avesse il dovere di annullarle. Tutto il resto sono illazioni che non mi interessano. Io faccio il giudice dal 1992 in scienza e coscienza. La decisione presa è quella più coerente con l'ordinamento giuridico italiano. La sentenza è da giudicare sul piano tecnico e giuridico ed invito chi mi critica a leggerla".

Da parte di Antonio Rotelli, socio fondatore dell'associazione presieduta dall'avvocato Maria Grazia Sangalli, però "viene qualche dubbio sulla serenità di giudizio da parte del giudice Carlo Deodato. Il dubbio viene non tanto dal profilo su Twitter di Deodato - che si autodefinisce 'giurista, cattolico, sposato e padre di due figli; uomo libero e osservatore indipendente di politica, giurisdizione, costumi, società; consigliere di Stato' - quanto per i numerosi ri-tweet dei messaggi lanciati da gruppi come quello delle 'Sentinellè, fra cui uno in cui si affermava che la nuova Resistenza si chiama difesa della famiglia". Rotelli sottolinea che "in ogni caso, la sentenza del Consiglio di Stato contraddice ben quattro Tar che negavano i poteri del prefetto e quindi del ministro dell'Interno di ordinare la cancellazione delle trascrizioni delle nozze gay contratte all'estero.

Trascrizioni che è vero che non producono effetti giuridici in Italia, ma - ricorda l'avvocato della rete Lenford - garantiscono un'altra importante funzione che è quella di rendere pubblico l'atto, a tutela sia dei contraenti che di persone terze".

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