Vaccini, "obbligo flessibile" E anche il governo si spacca

La proposta del ministro Grillo fa infuriare i pediatri E il collega dell'Istruzione difende i dirigenti scolastici

Vaccini, "obbligo flessibile" E anche il governo si spacca

V accini, il caos è servito. Se gli obiettivi del ministro della Salute, Giulia Grillo, fossero quelli di creare confusione sull'ammissione a scuola dei bimbi non vaccinati attraverso iniziative contrastanti e affermazioni incompatibili tra loro (come quella di prevedere un «obbligo vaccinale flessibile») e allo stesso tempo provocare l'insurrezione di tutti i suoi colleghi medici allora si potrebbe parlare di pieno successo. Non solo. Ieri al fianco dei presidi in rivolta si è schierato pure il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, che garantisce sì «la massima collaborazione» con il ministero della Salute, ma per assicurare «l'attuazione delle politiche sanitarie previste dalle disposizioni legislative vigenti», ovvero l'obbligo previsto dalla legge Lorenzin. Bussetti quindi chiede alla Grillo di «considerare le preoccupazioni dei dirigenti scolastici» che oltretutto non possono essere gravati «di incombenze in materia sanitaria».

Ieri è sceso in campo anche il Collegio dei professori ordinari di Pediatria, ovvero le massime autorità in materia, per manifestare «profondo dissenso e preoccupazione per il depotenziamento dell'obbligo vaccinale». Per i pediatri l'autocertificazione «allenta le maglie del controllo ed aumenta il rischio che un numero crescente di bambini acceda alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni». I pediatri fanno notare che «i no-vax non hanno mai visto giungere al pronto soccorso pediatrico un bambino non vaccinato in coma per encefalite da morbillo, o un lattante in apnea per pertosse». Non solo: la circolare della Grillo «confligge con la vigente normativa sulla certificazione delle vaccinazioni obbligatorie» e con la norma che vieta la sostituzione dei certificati sanitari con l'autocertificazione. Sulla stessa linea la Fromceo (la Federazione degli Ordini dei medici) della Lombardia, che ritiene «pericoloso abbassare la guardia» sull'obbligo vaccinale mettendo a rischio «la popolazione infantile e gli immunodepressi».

Al ministro Grillo, a corto di argomentazioni valide dal punto di vista scientifico, non resta che aggrapparsi alla strumentalizzazione politica dopo essere stata attaccata dall'Associazione nazionale presidi, preoccupati per la mancanza di chiarezza rispetto all'ammissione a scuola. Quella dei presidi alla Grillo appare come «una polemica surreale e un atto politico contro di me che non c'entro niente». La Grillo ricorda che «l'autocertificazione è stata usata per tutto il 2017». Immediata la controreplica dei presidi che ricordano di essere una associazione «totalmente apartitica». Il presidente dell'Anp, Antonello Giannelli, ricorda che nell'anno scolastico appena trascorso l'autocertificazione era prevista dalla legge in via temporanea perché «c'era un'enorme quantità di vaccini da somministrare e ora non bisogna disperdere il lavoro fatto». Dunque, ribadiscono i presidi, «resta in vigore il decreto Lorenzin che stabilisce che da 0 a 6 anni non si entra in classe senza le vaccinazioni obbligatorie». Sarà possibile iscriversi a scuola portando soltanto un'autocertificazione? Giannelli spiega che a quel punto l'istituto farà i controlli con le Asl e se le vaccinazioni non risulteranno in regola «i bambini non saranno ammessi in classe». Una circolare insomma non prevale sulla legge ancora in vigore.

E infatti proprio ieri è stata depositata la proposta gialloverde in materia, primi firmatari i senatori Stefano Patuanelli, M5s, e Massimiliano Romeo, Lega, per cancellare la Lorenzin e i dieci vaccini obbligatori, prevedendo la coercizione solo in casi eccezionali attraverso piani straordinari d'intervento, per determinate categorie e classi di età, con sanzioni fino a 500 euro. Obbligo flessibile appunto.

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