Venezuela, indagavano sulle carceri Due reporter italiani ora in prigione

Collaboratori del Giornale.it e Gli occhi della guerra, Di Matteo e Rossi preparavano un servizio sulle galere di Maduro

Venezuela, indagavano sulle carceri Due reporter italiani ora in prigione

Un giornalista videomaker italiano assieme ad un free lance del Canton Ticino ed un collega venezuelano sono stati arrestati venerdì dalla Guardia bolivariana, i fedelissimi del presidente Nicolas Maduro. L'italiano è Roberto Di Matteo collaboratore del giornale.it e degli Occhi della guerra di origini pugliesi, ma trapiantato a Roma. In Venezuela stava realizzando un reportage con Filippo Rossi, cittadino svizzero del Cantone del Ticino. Anche lui ha collaborato con il sito del Giornale e con il Corriere (CdT), la maggiore testata ticinese.

I giornalisti si trovavano in Venezuela da una settimana per realizzare un reportage non solo sul fronte anti governativo, ma pure sui gruppi chavisti che appoggiano il governo. Il 6 ottobre si sono diretti a nord di Caracas, la capitale, assieme a Jesús Medina, un giornalista del portale d'informazione «Dolar Today», molto noto e fortemente critico del governo di Maduro. Sembra che l'obiettivo fosse intervistare uno dei capi dei detenuti nel carcere di Aragua, meglio conosciuto come Tocoron. Un postaccio dove gli stessi detenuti gestiscono alcune aree interne al penitenziario. In agosto c'erano stati 8 morti e 21 feriti gravi negli scontri fra clan. Di Matteo in un'ultima telefonata in Italia verso le 18 di venerdì ha sostenuto che avevano l'autorizzazione della polizia, ma una volta giunti al carcere sono stati fermati dalla Guardia boliviana.

I media venezuelani hanno confermato la notizia e l'Unità di crisi della Farnesina ha attivato immediatamente la nostra ambasciata a Caracas. Una vice console incaricata del caso è riuscita a parlare con il videomaker italiano, che ha garantito di trovarsi in buone condizioni fisiche. E ha richiesto un avvocato. Il problema potrebbe essere legato al giornalista venezuelano, che lavora per una testata molto vicina all'opposizione. Al momento l'accusa dovrebbe essere di «detenzione non autorizzata di strumentazione fotografica». I giornalisti europei erano comunque in possesso di un accredito del sindacato della stampa venezuelana. Oggi si dovrebbe tenere un'udienza davanti ad un magistrato e le autorità consolari italiane hanno chiesto di potere visitare i giornalisti detenuti. I due europei erano arrivati in Venezuela da pochi giorni. Il Paese è travolto da una crisi politica ed economica senza precedenti. Negli ultimi mesi il braccio di ferro fra l'opposizione ed il governo ha provocato oltre 120 morti negli scontri di piazza. Di Matteo si è fatto le ossa in Afghanistan e ha seguito il conflitto ucraino. Da Roma collabora come videomaker con ilgiornale.it. Rossi è stato in Irak e ha la passione delle maratone nel deserto.

Sul Corriere del Ticino firma una rubrica sulla corsa. Il sindacato dei giornalisti del Venezuela, Además, ha esortato le autorità «a garantire la libertà e l'incolumità dei giornalisti detenuti».

www.gliocchidellaguerra.it

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