Ventimiglia, migranti in fuga nei boschi

Un gruppo di attivisti tedeschi guida 400 sudanesi: vogliono varcare il confine

Ventimiglia, migranti in fuga nei boschi

Ventimiglia: ecco la prima linea dell'accoglienza. I migranti risalgono il fiume Roja per dirigersi al confine. Prima erano accampati sugli argini del fiume, dove dormivano sommersi dai rifiuti, tra stracci e sporcizia e ora se ne stanno nascosti nei boschi tra i comuni di Ventimiglia e Olivetta San Michele a un passo dal confine francese.

Sono 400 profughi che poco dopo la mezzanotte di ieri hanno lasciato l'accampamento sugli argini del fiume e ora cercano di valicare il confine guidati da alcuni attivisti tedeschi. Questo per evitare lo sgombero dopo l'ordinanza di pulizia del greto del fiume emessa dal sindaco di Ventimiglia.

La scorsa notte quindi i carabinieri e la polizia hanno cercato di disperdere il gruppo dei profughi, tutti sudanesi, lanciando fumogeni, ma i migranti si sono divisi e sono riusciti a far perdere le loro tracce, spargendosi nei boschi. Qui almeno erano nascosti fino a ieri sera, nell'attesa che calasse il buio, con ogni probabilità per oltrepassare il confine.

I militari delle forze dell'ordine e le forze di polizia si alternavano per sorvegliare il passo a Olivetta e l'elicottero della polizia era in sorvolo pattugliando dall'alto la zona di frontiera. I migranti si sono diretti verso il colle di Tenda, camminando nel greto del fiume per oltre cinque chilometri verso la Francia. Poi una volta giunti a Calvo, il gruppo di migranti si è diviso: all'incirca una cinquantina di loro si è fermata nella zona della frazione di Torri.

L'altra parte ha proseguito verso il valico di frontiera di Fanghetto. «Chiediamo di avere la nostra dignità di uomini - avevano detto i profughi se la Francia ci respinge, deve intervenire l'Europa a garantire i nostri diritti. Siamo qui da giorni, settimane, mesi. Viviamo in un fiume perché nel campo della Croce Rossa non c'è posto per tutti.

Alcuni di noi hanno tentato anche una cinquantina di volte di attraversare il confine ma la polizia francese ci ha sempre respinti. Nessuno di noi vuole restare in Italia: oggi vogliamo riuscire a raggiungere la Francia per avere lì una vita che sia dignitosa».

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