Ventimiglia, migranti minori costrette a vendersi per passare

I trafficanti e passeur pretendono prestazioni sessuali per portarle in Francia o fornire un posto dove dormire

Ventimiglia, migranti minori costrette a vendersi per passare

Il sistema è sempre lo stesso, come è stato svelato da molte inchieste giudiziarie. E colpisce soprattutto le nigeriane, nel 68% dei casi. Le ragazze arrivano sui barconi in Sicilia da minorenni, ma vengono indotte dai loro aguzzini a dichiararsi maggiorenni allo sbarco. È il meccanismo per sottrarle al sistema di protezione previsto per i minori e avviarle alla prostituzione. Secondo il rapporto «Piccoli schiavi invisibili» di Save the children 8 nigeriane su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale: tra il 2014 e il 2016, gli anni da record per gli sbarchi di migranti nel nostro Paese, il fenomeno è aumentato del 600%. Ma lo sfruttamento avviene sempre più spesso nel silenzio delle frontiere italiane, come quella di Ventimiglia, da cui i migranti tentano di raggiungere altri Paesi. Le minorenni e i minori soli, nella speranza di oltrepassare la barriera sorvegliata dalla gendarmerie francese, si prostituiscono a passeur e trafficanti in cambio di viaggi in auto o di un semplice posto dove dormire.

Lo chiamano «survival sex» e secondo i dati raccolti da Save the children è proprio quello che si sta verificando in numeri sempre maggiori al confine italo-francese: i minorenni provenienti dal Corno d'Africa e dall'Africa-sub-sahariana si vendono per 50 o 150 euro a chi promette loro di varcare la frontiera. Fanno parte di quell'esercito di 4.500 minori non accompagnati invisibili che hanno abbandonato le strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti al momento dello sbarco per finire nel cono d'ombra dell'irreperibilità, dove regnano prostituzione, violenze e criminalità. Le vittime sono minori eritrei (14%), somali (13%), afghani (10%), egiziani (9%) e tunisini (8%). L'aumento più evidente è quello degli eritrei, che pure avrebbero diritto di asilo o di essere ricollocati in altri Stati Ue: dei 750 passati a Ventimiglia a marzo scorso, secondo la ong, gli eritrei erano oltre la metà, di cui più di uno su cinque di minore età.

«L'interruzione, a settembre 2017, del programma europeo di relocation ha contribuito in maniera importante a costringere i minori in transito a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, come accade Ventimiglia, a Bardonecchia o al Brennero. Nonostante numeri troppo bassi e difficoltà procedurali, il programma aveva comunque segnato una strada importante per i minori soli, garantendo un valido argine ai rischi di abuso e sfruttamento», spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

Sono tuttora 15 i minorenni non

accompagnati che attendono di essere trasferiti dal nostro Paese in altri Stati europei, per raggiungere familiari o per iniziare una nuova vita. Gli altri sono fantasmi, fuori dai circuiti protetti e prede di sfruttatori.

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