Cara di Mineo, il direttore smonta i buonisti: "Coi porti aperti 15mila morti"

Francesco Magnano, direttore del Cara di Mineo, sferza la sinistra: "Le passerelle su Sea Watch danno la nausea"

Cara di Mineo, il direttore smonta i buonisti: "Coi porti aperti 15mila morti"

Nessuno può accusarlo di essere leghista. Eppure anche il direttore del Cara di Mineo è convinto che le politiche delle porte aperte abbiano prodotto più danni che guadagni. Soprattutto per i migranti. Uno schiaffo alle "passerelle" dei buonisti e alla troppa "demagogia, ideologia e informazione di parte" sull'immigrazione.

"Dal 2014 al 2017 i nostri porti sono stati aperti senza limiti e abbiamo registrato 15mila morti in mare", dice Francesco Magnano che dirige il più grande centro di accoglienza d'Italia. Solo la chiusura delle frontiere, imposta da Salvini, può evitare nuove ecatombi e "costringere la Germania e la Francia a sedersi al tavolo di trattativa con l'Europa". Il ragionamento è semplice, anche se osteggiato dalla sinistra. Una misura "necessaria", dice Magnano, per evitare che la gente continui a "morire come formiche nel Mediterraneo". Proprio come accadeva con "i porti aperti".

Oggi inizia lo smantellamento del Cara di Mineo. Salvini lo aveva annunciato ed in giornata è previsto il trasferimento dei primi cinquanta migranti (finiranno a Trapani, Siracusa e Ragusa). Una misura che il direttore del Centro non condivide. "La verità - dice all'Adnkronos - è che è stato un 'covo' di umanità", una "eccellenza" italiana con solo "poche decine" di casi di arresti per vari reati. "Se il ministro Salvini conoscesse i servizi resi qui - spiega Magnani - diventerebbe pazzo, magari li avessero i senzatetto delle nostre città".

Ecco perché le parole sullo "stop ai flussi" rimbombano ancor più forti nel sordo rumore dei lamenti buonisti. Il direttore del Cara di Mineo rivendica il lavoro svolto dall'Italia, Paese "straordinario nella prima accoglienza", una posizione non proprio in linea col Salvini-pensiero. Eppure questo non gli impedisce di criticare le "passerelle" della sinistra ("danno la nausea"), di constatare che lasciare i porti aperti (e libertà d'azione alle Ong) abbia prodotto solo morte o di accusare i governi che aprendo le braccia a tutti hanno "creato delle bidonville sparse sul territorio nazionale". "Nel nostro Paese ci sono 600 mila diniegati - spiega Magnano - persone che hanno perso non soltanto il diritto all'accoglienza, ma hanno perso lo status. Sono degli zombie che vivono nel nostro paese...". Dannati che bivaccano nelle città e che diventano un peso per il cittadino e lo Stato. "Per quanto possa apparire disumano dire 'chiudiamo tutti i porti' - aggiunge il direttore - prima dobbiamo dare risposte al popolo italiano per la presenza" di così tanti immigrati.

Chiaro. Perché urlare alla libertà di sbarco non significa pensare al bene dei migranti. È solo demagogia.

Affermare che chi vuole arrivare in Italia è libero di farlo, "come fa una Chiesa progressista e un centrosinistra radicale" non significa "fare accoglienza". Vuol dire tifare per le carrette del mare che si ribaltano e inondano i cimiteri.

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