Il vero Eataly? È Caprotti. E costa meno di Farinetti

Messi a confronto nelle due catene gli stessi trenta prodotti. Risultato: all'Esselunga costano 68 euro in meno. E non si paga l'aria radical chic...

Il vero Eataly? È Caprotti. E costa meno di Farinetti

Qualità uguale. Prezzi molto diversi. Il conflitto tra Esselunga ed Eataly ha ragioni quasi ideologiche, nel mondo sempre più politico e politicizzato dell'alimentazione (ormai siamo quello che mangiamo molto più di un tempo): la catena dei supermercati gastrofighetti inventata da Oscar Farinetti (Eataly), caso clamoroso di marketing vincente a partire dal nome francamente geniale, è stata capace in pochi anni di ergersi a simbolo del meglio del made in Italy in tavola, riuscendo a darsi meriti forse superiori alla sostanza. Bernardo Caprotti e i suoi supermercati Esselunga sono rimasti a difendere invece il consumatore comune, quello che non conosce magari i presìdi Slow Food.

Ma questo non vuol dire che da una parte ci sia la qualità e dall'altra la quantità. Anzi. Panorama nel numero oggi in edicola mostra esattamente il contrario: che cioè molti prodotti venduti da Eataly si trovano anche nei più proletari scaffali dell'Esselunga. Semplicemente cambia il prezzo. Secondo la ricerca sul campo fatta dai giornalista del settimanale in due punti vendita delle due diverse catene molto vicini tra loro, il carrello riempito con gli stessi prodotti da Eataly costa quasi un terzo di più di quello di Esselunga. Ma vuoi mettere la soddisfazione di aver fatto acquisti nel negozio politicamente corretto?

Il settimanale ha messo a confronto trenta prodotti, identici per marca e confezione, acquistati a Milano il 15 maggio presso l'Esselunga del Samsung district e contemporaneamente presso il negozio di Eataly che sorge a 300 metri di distanza. Sono stati acquistati prodotti da scaffale identici per produttore, confezionamento e caratteristiche. Il risultato finale è clamoroso: lo scontrino da Esselunga è stato di 215 euro, da Eataly di 283. Colpiscono alcuni esempi: una scatola da 500 grammi di riso basmati Altromercato da Eataly costa 3,70 euro, contro i 2,90 di Esselunga (il 28 per cento in meno); una bottiglia di Dolcetto d'Alba prodotto dall'azienda piemontese Prunotto da Eataly costa 9,90 euro contro i 7,29 di Esselunga (il 36 per cento in meno); una bottiglia di Fernet Branca da Eataly costa 15,80 euro contro i 10,99 di Esselunga (il 44 per cento in meno); una scatola di biscotti Offelle di Parona da Eataly costa 2,45 euro contro 2,19 di Esselunga (il 12 per cento in meno).

Il settimanale ha confrontato anche dieci prodotti freschi, e in questo caso le differenze di prezzo sono anche più elevate.

Un chilo di mele golden del Trentino da Eataly costa 3,40 euro, più del doppio rispetto a 1,68 di Esselunga; un'orata pescata nel Mediterraneo, e di grandi dimensioni, costa 55 euro al chilo da Eataly contro i 33,90 di Esselunga; una bistecca di suino italiano costa 10,60 euro da Eataly contro 5,59 euro da Esselunga (il 90 per cento in meno). Insomma, il marketing ha un prezzo. Anche a tavola. Basta saperlo.

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