Il vero eroe della Reggia scordato dalla politica

Il ministro Franceschini vanta il recupero del bene artistico, ma non cita l'uomo che l'ha reso possibile

Il vero eroe della Reggia scordato dalla politica

Caserta - Tra i gioielli di Caserta non c'è soltanto la Reggia vanvitelliana, gemella del complesso di Versailles, ma anche una piccola gemma settecentesca che sorge proprio in mezzo alla Terra dei Fuochi: è la Reggia di Carditello, bene negli ultimi quindici anni stuprato da camorra e malapolitica. Venerdì scorso il ministro dei Beni culturali Franceschini ha nominato Luigi Nicolais presidente della Fondazione Real Sito di Carditello, ringraziando l'ex ministro Massimo Bray per l'impegno profuso per il sito. È stato sotto il suo ministero che nel dicembre 2014 la Reggia divenne un bene pubblico, continuando il progetto di acquisizione statale iniziato due anni prima dal predecessore Lorenzo Ornaghi. Nessuna parola spesa, però, per Tommaso Cestrone, il custode volontario che per anni ha speso energie e denaro soltanto per amore della sua terra.

Tommaso è morto stroncato da un infarto a 48 anni nella notte di Natale di tre anni fa. Fu soprannominato «L'angelo di Carditello», ma era solo un pastore che aveva deciso di difendere con tutte le sue forze quel bene. C'era lui quando tra il 2010 e il 2013, nel silenzio generale, la Reggia fu oggetto di una serie infinita di saccheggi. C'era ancora lui quando oscuri balordi si aggiravano all'interno indisturbati. Ogni giorno Cestrone tagliava i rovi nei 15 ettari di terreno, mentre al di là delle mura borboniche le aste per la vendita della tenuta andavano deserte.

Ancora oggi sua moglie conserva il registro in cui annotava tutte le spese fatte per i suoi tanti e costosi interventi nel sito. Fu ancora lui a tentare di attirare l'attenzione della politica per il recupero del complesso architettonico. Accanto a Tommaso c'era anche un giornalista locale, Nando Cimino. Avevano in comune l'amore per quell'oasi nel deserto e provarono a proteggerla. Insieme, tagliando i rovi che infestavano il podere, portarono alla luce una stele commemorativa del 1935 in onore di Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. «Tommaso era molto arrabbiato - ricorda Cimino - non riusciva a capire l'immobilismo della politica di fronte all'abbandono di una risorsa culturale e turistica come quella di Carditello». Ma la sua «missione» dava fastidio a qualcuno: i suoi animali furono avvelenati, poi una bomba fu fatta esplodere davanti casa. A «bussare» era la camorra, che per interessi economici voleva proprio che abbandono e saccheggi continuassero.

Oggi la Reggia di Carditello è di proprietà dello Stato e sono stati conclusi i primi lavori di ristrutturazione (per 3 milioni di euro), ma senza il lavoro di Tommaso Cestrone non si sarebbe mai giunti a questo traguardo. Probabilmente il ministro Franceschini non ha ritenuto necessario ricordare la sua figura, dimenticandosi che in questo Paese ci sono grandi storie costruite ogni giorno da persone comuni che amano il proprio territorio.

«Una sera - continua Cimino - con le lacrime agli occhi Tommaso mi disse: Prima o poi arriverà qualcuno a cui non interessa nulla della storia recente di questo posto e che ci manderà via a calci senza nemmeno ringraziarci del lavoro fatto finora». Purtroppo Tommaso era stato profetico.

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