Berlusconi rinsalda l'alleanza. A dispetto delle apparenze, il Cavaliere è pronto a unire le forze assieme agli alleati storici di Lega e Fratelli d'Italia. I tre leader potrebbero vedersi già venerdì anche se, molto più probabile, Berlusconi, Salvini e Meloni potrebbero incrociare le proprio strade proprio in Umbria, in occasione della campagna elettorale per lanciare la candidatura alla presidenza della Regione di Donatella Tesei. Un summit «al fronte», a fianco al candidato comune, darebbe pure un'immagine di maggiore unità, a partire dal territorio.
Di certo il Cavaliere sarà domani a Bruxelles per partecipare all'audizione del neo commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, davanti alle commissioni Affari economici e monetari, bilancio e occupazioni del Parlamento europeo. Poi, altra gita in Belgio per il voto finale in plenaria il prossimo 23 ottobre. Potrebbe essere l'Umbria, quindi, il teatro di una nuova saldatura dell'alleanza di centrodestra. E questo sebbene, a Roma, le mosse degli alleati paiano seguire differenti sensibilità.
La piazza, ad esempio. Berlusconi sarà presente all'adunata romana fortemente voluta dal leader della Lega? Per ora non c'è niente di ufficiale ma il Cavaliere ha già spiegato al proprio entourage più ristretto: «Aspettiamo di leggere la manovra dei giallorossi; ma se, come sembra, anche questa volta il governo metterà le mani in tasca agli italiani, pure noi dobbiamo scendere in piazza». È molto probabile, pertanto, che a breve anche gli azzurri scioglieranno le riserve annunciando la partecipazione alla «giornata dell'orgoglio della maggioranza operosa». Un sentore che ha pure Salvini se proprio ieri ha usato toni mielosi nei confronti degli alleati storici: «Se i rapporti con Berlusconi sono buoni? Certo che lo sono. Si vince insieme. E in Umbria vinceremo». Stesso pensiero del Cavaliere.
Altro tema apparentemente divisivo: il taglio dei parlamentari. Ieri in Commissione la Lega non s'è presentata mentre Forza Italia ha detto no. Divergenze che sono più che altro sfumature perché Berlusconi ha ripetuto più volte: «Certo che sono favorevole al taglio del numero dei parlamentari; il mio governo li aveva ridotti nel 2006 ma poi la sinistra affossò la mia riforma. Voteremo sì, a patto che non sia il cavallo di Troia per imporre una legge elettorale che non ci piace». Più o meno lo stesso pensiero del Carroccio che teme una legge elettorale anti Lega.
Anche sul sistema di voto non c'è perfetta sintonia. Salvini vorrebbe un sistema maggioritario mentre Berlusconi è più propenso a un sistema misto: non va bene né solo maggioritario né solo proporzionale.
Si tratta di trovare una quadra anche se la logica del sistema auspicato da entrambi coincide: «L'importante è che ci si presenti agli elettori con un programma comune e che si voti con una legge elettorale in grado di sfavorire maggioranze raffazzonate dopo le urne». Un pensiero che accomuna l'intero centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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