"Avete rotto il cazzo con la storia che 'gli italiani c'hanno bisogno prima, gli zinghiri ricchi tutto pagato'". Lei, Francesca Iacono, 22enne di Padova, dice di essere povera. Lo ha scritto su Facebook, aggiungendo di non sentirsi scavalcata da rom e profughi: "I migranti non mi stanno togliendo il pane di bocca - scrive - le popolazioni rom e sinti non hanno più diritti di me".
Opinione leggitima, ma che mette sotto lo zerbino le altrettanto legittime proteste degli italiani che non riescono ad ottenere il posto gratuito all'asilo perché nelle graduatorie vengono scavalcati in povertà da rom, profughi e immigrati. Non è una storiella raccontata dai razzisti, ma una verità in gran parte d'Italia. Perché avrebbe "rotto il cazzo" chi con dignità ha piazzato delle tende davanti ad un casale che l'Italia ha ristrutturato per poi donarlo all'accoglienza dei profughi e non a loro?
Non è razzismo chiedere al governo di dare prima la casa a chi è cittadino in questo Stato e in questo Stato paga o ha pagato le tasse, quando aveva un lavoro.
Nel post Francesca ha raccontato la sua esperienza di ragazza di Alghero in Sardegna, poi studentessa fuorisede a Padova. "Una famiglia umile, con una povertà normale e gestibile". Ticket gratuiti, la richiesta per la casa popolare, i "corsi Oss offerti dalla regione, ma a Sassari senza avere i soldi per la benzina per raggiungere il capoluogo". E poi ancora i lavori della madre a 2.50 euro l'ora, la macchina di quinta mano e i libri in comodato d'uso. Nulla da dire.
Se Francesca non si sente scavalcata dagli immigrati, buon per lei. "Sono un'italiana che vive da secoli al di sotto della soglia di povertà - scrive su Facebook - e no, i migranti non mi stanno togliendo il pane di bocca". Frasi sufficienti per diventare in poco tempo l'idolo della sinistra che urla al razzismo degli altri e lo compie nei confronti degli italiani. Una sinistra che condivide il pensiero di chi chiama "stronzi" chi crede "alle minchiate di Salvini" e sulla sua pelle vive il disagio della povertà senza alcun aiuto dallo Stato. Ripeto, non è razzismo dire: "Prima gli italiani". È buonsenso. Sarebbe lodevole politica di uno Stato che prende le difese dei suoi cittadini e quando può accoglie gli altri.
A Casale San Nicola non c'erano razzisti, non c'erano "stronzi". C'erano "profughi" anche lì: profughi a casa loro. Quattro milioni di italiani sotto la soglia di povertà sono un dato reale che un Paese non può non prendere in considerazione. Non basta elevare a eroina una di questi che dice di non sentirsi scavalcata dai profughi, dimenticando chi invece si sente scaricato dallo Stato in cui vive.
"Scusa Sara, sono di sinistra e pongo la solidarieta'al primo posto - scrive Efisio Loddo in risposta al post di Francesca - ma ho famiglia e so quanto costa garantire solo il pane giornaliero.
Bene, non ho mai capito come fanno i rom a girare tutto il giorno con macchine e furgoni, avere sempre i denti in oro e accertati conti in banca a vari zeri". Poi conclude: "Non c'entra nulla il razzismo".Chissà se Francesca darà dello "stronzo" pure a lui.
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