Via Poma, la Procura contro Matrix

Via Poma, la Procura contro Matrix

Roma - La Procura di Roma frena su via Poma e attacca Matrix. Il programma di Enrico Mentana ieri sera aveva rivelato che gli inquirenti avrebbero trovato, grazie all'esame del dna compiuto dai Ris di Parma, il colpevole della morte di Simonetta Cesaroni. Ma i magistrati fanno sapere che il collegio dei consulenti tecnici di ufficio non ha ancora depositato la relazione finale per cui "ogni illazione relativa all'individuazione di eventuali responsabili è priva di ogni supporto processuale». È quanto si legge in una nota diffusa dal procuratore Giovanni Ferrara, nella quale poi si sottolinea che "il riferimento fatto nel corso della trasmissione Matrix a notizie divulgate con l'autorizzazione della magistratura inquirente è destituita di ogni fondamento". Intanto questa mattina il colonnello Luciano Garofalo, comandante del Ris di Parma, si è incontrato con il pm romano Roberto Cavallone, titolare dell'inchiesta sull'omicidio di Simonetta Cesaroni. "Non ho nulla da dire" ha affermato il colonnello al termine dell'incontro.

Matrix Secondo la trasmissione televisiva gli inquirenti romani potrebbero avere il nome dell'assassino di Simonetta Cesaroni, la ventunenne uccisa con 29 coltellate il 7 agosto 1990 in via Poma. Il codice genetico isolato dai carabinieri del Ris sul corpetto della ragazza sarebbe infatti attribuibile ad un nominativo. Lo ha rivelato il programma Matrix condotto da Enrico Mentana. Si tratterebbe - è la ricostruzione di Matrix - di un uomo vicino, all'epoca dei fatti, a Simonetta, e sicuramente sfiorato dalle indagini. A questo risultato - è stato precisato nel corso della trasmissione - gli esperti del Ris sarebbero arrivati attraverso la comparazione di una traccia di saliva lasciata tramite un morso, e isolata dall'indumento di Simonetta, e il dna di una delle 31 persone finite nel mirino degli inquirenti. Quest'ultimo sarebbe stato prelevato da una tazzina di caffè.

Ris di Parma Gli elementi raccolti dal Ris di Parma e indicati in un rapporto destinato alla magistratura romana dovranno ora essere esaminati dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto Roberto Cavallone, titolari degli accertamenti sul delitto avvenuto più di 16 anni fa. Questi hanno ripreso impulso dopo la decisione di sottoporre a nuovi esami di laboratorio tutti i reperti alla luce delle nuove e più sofisticate tecniche di indagine, specie in materia di dna, rispetto a quelle in vigore all'epoca dell'omicidio. Furono due i principali indagati coinvolti nell'omicidio di Simonetta Cesaroni: si trattava di Federico Valle, nipote dell'ingegnere che progetto il palazzo di via Poma e che abitava nello stesso stabile, e Pietrino Vanacore, portiere dello stesso palazzo. I primo accusato di omicidio, e il secondo imputato di favoreggiamento, furono prosciolti da ogni accusa.

Il pm "L'affermazione fatta nel corso della trasmissione Matrix secondo cui le notizie sul delitto di via Poma sono state autorizzate o, comunque, non ostacolate dalla magistratura non corrisponde alla verità". Il pm Roberto Cavallone, titolare dell'inchiesta sull'omicidio di Simonetta Cesaroni, annuncia così una querela per diffamazione nei confronti di Enrico Mentana. "Mentana - prosegue il magistrato - sapeva di affermare una cosa non vera che è diffamatoria nei miei confronti. È stato arrecato un danno all'immagine della magistratura".

Mentana replica «In una delle prossime puntate di Matrix, forse già in quella di domani, spiegherò ai telespettatori come sono andate le cose. Dirò loro tutto quello che è accaduto prima della messa in onda della trasmissione di ieri sera, incentrata sul delitto di via Poma. Questo perché, prima di tutto, è giusto che il pubblico conosca lo stato dei fatti».

Lo ha affermato all'Adnkronos Enrico Mentana, conduttore di Matrix, commentando l'annuncio del pm di Roma, Roberto Cavallone, che ha detto che presenterà querela contro di lui per le affermazioni, fatte nel corso della trasmissione, sul caso Cesaroni.

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