È un risarcimento da capogiro, ben 660 milioni di dollari (485 milioni di euro), che creerà non pochi problemi alla diocesi di Los Angeles, e rappresenta un precedente da guinness dei primati nella dolorosa vicenda dei sacerdoti accusati di pedofilia negli Usa: sarà sottoscritto oggi il patteggiamento extragiudiziario che annullerà una quindicina di processi civili che dovevano approdare in tribunale e prendere in esame accuse per reati di pedofilia e molestie sessuali commessi da preti, frati e personale laico delle parrocchie della città del cinema in un arco di tempo di settant’anni.
La diocesi guidata dal cardinale Roger Mahoney ha quindi deciso di pagare, risarcendo 508 vittime di molestie sessuali, molte delle quali avvenute molti anni fa (sono stati segnalati infatti casi risalenti agli anni precedenti la seconda guerra mondiale). L’intesa pone fine a tutte le azioni legali nei confronti della arcidiocesi, la più popolosa di tutti gli Stati Uniti.
Com’è noto, in America la legislazione prevede che nel caso di reati di questo genere, a rispondere non sia soltanto la persona accusata – così accade ad esempio in Italia – ma anche la Chiesa nella quale il responsabile delle molestie presta servizio. Dopo lo scandalo scoppiato a Boston cinque anni fa, che aveva portato alla rinuncia del cardinale Bernard Law, e a un deciso giro di vite da parte delle autorità vaticane, diverse diocesi statunitensi hanno rischiato la bancarotta.
Stamane si sarebbe dovuta celebrare la prima delle quindici cause intentate alla Chiesa di Los Angeles, che ha fatto ogni sforzo per chiudere la maratona legale prima di arrivare in aula: l’arcidiocesi sarebbe infatti andata incontro a danni punitivi e alla possibilità che lo stesso arcivescovo, il cardinale Roger Mahoney, fosse chiamato sul banco dei testimoni a rispondere sul perché di fronte a certi casi i soggetti coinvolti non siano stati tempestivamente messi in condizione di non nuocere.
Altri 114 milioni di dollari erano stati promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti, portando a un totale di 774 milioni di dollari il totale che la diocesi californiana deve reperire e sborsare. Le azioni legali per gli abusi sessuali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica americana la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari. L’avvocato della diocesi, Michael Henningham, ha detto che parte dei fondi verranno da ordini religiosi e da assicurazioni: «Le parrocchie non verranno toccate, le attività della Chiesa subiranno un impatto ma non ci sarà una paralisi». A ciascuna vittima andranno 1,3 milioni di dollari. Alcuni casi affondano nella notte dei tempi, ma è stato possibile rivolgere lo stesso le accuse perché lo stato della California nel 2002 aveva approvato una legge che creava una finestra di un anno durante la quale potevano essere presentate denunce senza limiti retroattivi di tempo.
Negli Usa esistono studi di avvocati specializzati in questo tipo di denunce, che accorrono ad ogni segnalazione, e ha fatto scalpore, qualche tempo fa, una pubblicità che recitava: «Se vuoi guadagnare un milione, manda tuo figlio in parrocchia per qualche tempo e poi vieni da noi».
«Spero che sia il momento conclusivo di un capitolo molto triste nella storia recente della Chiesa americana – ha detto al Giornale il vescovo Rino Fisichella, rettore della Pontificia università Lateranense – dal quale emerge che pur non essendo certo l’unica ad essere coinvolta, la Chiesa cattolica è stata capace di fare un serio esame di coscienza affrontando in modo approfondito il problema. Non dobbiamo però mai dimenticare, a fronte di questi casi dolorosi, la stragrande maggioranza di preti, di religiosi e religiose, di laici che sacrificano la loro vita nel servizio agli altri».
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