Il promoter del concertone? Uno che non paga gli stipendi

Roma Canzoni stonate. Già, perché nella mega kermesse di oggi c’è una nota fuori posto. La dissonanza è che chi organizza da otto anni il concertone del 1° maggio, quello della festa dei lavoratori, la festa l’ha fatta ai lavoratori. Nel senso che non li ha pagati.
Il patron dell’evento targato Cgil, Cisl e Uil, infatti, è tale Marco Godano, barbuto amministratore della Primata srl (acronimo di «Primo maggio tutto l’anno»). Il quale, anni fa, era pure alla guida del gruppo Edo spa che nel 2003 ha prodotto per la Rai la trasmissione Fiesta. Il varietà musicale, andato regolarmente in onda in seconda serata su Raiuno per diciotto puntate, si rifaceva alla cultura del Sudamerica. E al Sudamerica hanno pensato subito anche Joe Violanti e Charlie Gnocchi, coautori e conduttori del programma; il maestro Federico Capranica e la sua band; Mariano Sabatini, autore e ideatore del programma e gli altri professionisti che vi hanno lavorato. Gratis. Nessuno di loro ha mai visto un euro.
Tutto comincia dalla fine. Terminata Fiesta, Violanti (lo speaker di Rds preso di mira da Santoro perché aveva osato imitarlo alla perfezione, ndr) e gli altri chiedono a Godano lo stipendio pattuito ma questi tentenna. «Sì, sì, adesso faccio il bonifico». Invece niente. Il sinistrissimo personaggio, ex dirigente di un gruppetto chiamato «Stella rossa», esaltatore della Resistenza, fa resistenza. Si passa quindi alle minacce legali. Passano i mesi ma Godano continua a non pagare. Autori, conduttori, musicisti e ballerini vanno dagli avvocati e partono le ingiunzioni. Joe Violanti e Charlie Gnocchi dovrebbero incassare circa 60mila euro, Federico Capranica 23mila, Mariano Sabatini 9mila.
Il giudice dà ragione ai lavoratori ma c’è un ma. Il signor Godano non è fallito, è strafallito. La sua Edo è un cumulo di debiti. E alla fine nessuno vede un becco di un quattrino. Joe Violanti è indignato: «Lavoravamo come delle bestie, registravamo anche due puntate insieme finendo alle tre del mattino. Non capisco come sia possibile che i sindacati si appoggino ancora a lui. Niente stipendio e neppure i contributi. Ma lo sanno i sindacati o no?». Analoga rabbia per Federico Capranica: «Oltre al danno la beffa: non ho mai visto i 23mila euro e per fare causa ho dovuto pagare pure l’Iva, 4.600 euro. Assurdo. Ma perché il concerto dei lavoratori lo deve organizzare uno che i lavoratori li tratta così?». Gli fa eco Mariano Sabatini: «Situazione davvero kafkiana. Io mi sento di sinistra ma pensare che ci sia uno così che si professa tale... Ma possibile che Cgil, Cisl e Uil non facciano una piega?».
Eppure dovrebbero sapere bene chi è Godano.

A maggio del 2008 le Iene dedicarono un servizio al caso. Risultato: Godano minacciò querele a destra e a manca e cacciò l’inviato Giulio Golia. La sua difesa: «Un imprenditore avrà pure il diritto di fallire, no?». I lavoratori e i sindacati oggi festeggino. Ma non Godano.

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