Ha vinto la Germania, hanno perso l’Italia, l’Europa, l’euro. Ha perso Monti, portato a spasso per mesi dai tedeschi con false promesse, ha perso Mario Draghi che, come capo della Banca Centrale, si è dovuto inchinare al volere della Merkel. Le conclusioni del decisivo vertice di ieri sono, in sintesi, queste: i poteri d’intervento diretto della Banca Centrale restano quelli attuali, cioè quasi zero; gli Stati in difficoltà che vorranno accedere agli aiuti dovranno di fatto rinunciare alla sovranità e accettare nuove imposizioni e sacrifici decisi tra Bruxelles e Berlino. Gli speculatori hanno subito festeggiato: lo spread è risalito oltre i 500 punti, le Borse sono precipitate.
Di fatto, da ieri, l’Italia (e non solo lei) non è più in Europa ma nel Quarto Reich. Nel primo, di Reich, il sovrano tedesco vantava anche il titolo di imperatore di Roma, e con che mezzi negli altri due i tedeschi hanno soggiogato gli Stati europei è cosa nota: due guerre mondiali e milioni di morti non sono evidentemente bastati a quietare le mire egemoniche tedesche. Che ora si ripropongono, non più con i cannoni ma con gli euro. I tedeschi li ritengono cosa loro, noi dobbiamo subire, al massimo arrenderci e consegnarci al nuovo Kaiser, quell’Angela Merkel che vorrebbe comandare anche in casa nostra.
Il guaio è che non stiamo reagendo. Trattiamo intimoriti, indietreggiamo di fronte alla Germania che mostra i muscoli, come fecero i grandi d’Europa nella conferenza di Monaco del 1938. Non si opposero a Hitler, un anno dopo mezza Europa era occupata dalle truppe tedesche. E allora cosa aspettano Italia, Spagna (e tra un po’ anche la Francia) a dire: o noi o voi, insieme nell’euro a queste condizioni non si può stare, piuttosto meglio tornare alle monete nazionali ma mantenere autonomia e libertà.
Invece Monti ci sta vendendo, per codardia e incapacità, più o meno come fece il primo ministro inglese Chamberlain nel ’38 a Monaco. Anni dopo, il suo successore Winston Churchill ebbe a dire: «Doveva scegliere tra la guerra e il disonore. Scelse il disonore, avrà la guerra». Occhio a non fare la stessa fine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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