da Torino
Sferzante e fluido, arguto senza cascare nella farsa. Il Falstaff che apre la stagione dopera al Teatro Regio - e sta in scena fino al 24 ottobre - è uno spettacolo divertente che merita il successo ottenuto alla prima. Magari non il Falstaff ideale, per equilibrio tra le voci e qualche sbavatura nella sincronia dellinsieme. E tuttavia un buon lavoro in cui il direttore Gianandrea Noseda spreme dai complessi del Regio una prestazione di rilievo. La frustata orchestrale è incisiva, crepitante il ritmo, mentre il cesello dei dettagli affiora più nella distensione fiabesca del terzatto che altrove. La commedia lirica con cui Verdi dà laddio al teatro è del resto una partitura mostruosamente complessa. Nei panni del grassone giocoso ideato da Shakespeare Ruggero Raimondi regala humour e leggerezza. Attorno a lui, oltre ai maldestri compari Bardolfo e Pistola (Luca Casalin, Federico Sacchi), limmancabile girandola di comari astute, mariti infuriati, streghe e fate. Barbara Frittoli ha la duttile vivacità di unAlice di classe, Natale de Carolis è un eccellente Ford, suo marito. Assai bene anche la coppia amorosa Nannetta-Fenton (Laura Giordano, Francesco Meli), voci fresche e bel fraseggio. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi: una sobria ambientazione inglese fine 800 con le donne un po Mary Poppins e gli uomini in cilindro. Come ad ogni riedizione riuscita, Falstaff rinnova il miracolo della gioventù creativa di un Verdi ottantenne. La gelosia, che aveva innervato i drammi di tutta una carriera, si capovolge in burla («Tutto nel mondo è burla» recita la celebre «fuga buffa» del finale) con la libertà e il distacco di un uomo che dalla vita ha avuto tutto e non ha bisogno di dimostrare nulla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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