Lumanità è «uomo e donna», e il concetto di «gender» apre la strada allautodistruzione delluomo. Perché lidea di «gender» - e cioè che alla base dellidentità sessuale non ci sia la realtà duale maschio-femmina, ma un continuum di molteplici forme, anche transessuali - «si risolve in definitiva nella autoemancipazione delluomo dal creato e dal Creatore». Questo il centro dellallarme lanciato ieri dal Papa nel suo intervento alla Curia riunita per gli auguri di Natale. La Chiesa, ha spiegato Benedetto XVI, non si deve «limitare a trasmettere solo il messaggio della salvezza», ma «ha responsabilità del creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico». Deve quindi proclamare nel suo messaggio un«ecologia delluomo»: non solo difendere la natura, ma «proteggere luomo contro la distruzione di se stesso».
«Non è una metafisica superata -ha spiegato il Papa- se la Chiesa parla della natura dellessere umano come uomo e donna, e chiede che questordine della creazione venga rispettato; qui si tratta della fede nel Creatore e dellascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe unautodistruzione delluomo e quindi una distruzione dellopera stessa di Dio». E ancora: «Ciò che spesso viene espresso e inteso come gender - ha ribadito - si risolve in definitiva nella autoemancipazione delluomo dal creato e dal Creatore; luomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda». Ma così «vive contro la verità e contro lo Spirito creatore».
«Le foreste tropicali - ha aggiunto Benedetto XVI - meritano sì la nostra protezione, ma non la merita meno luomo come creatura». Quindi il Papa ha invitato a rileggere la Humanae vitae, lenciclica di papa Montini che ha appena compiuto quarantanni: «Lintenzione di papa Paolo VI - ha detto Ratzinger - era difendere lamore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura delluomo contro la sua manipolazione».
In tema di Creazione, Benedetto XVI ha voluto ancora una volta porgere la mano alla scienza. Così dopo le parole spese nellAngelus di domenica per rendere omaggio a Galileo Galilei e a «tanti uomini e donne di scienza che nel corso dei secoli ci hanno fatto capire sempre meglio le leggi della natura», il Papa ha esaltato la matematica, che non si oppone affatto alla riflessione teologica su Dio.
Infine, una «precisazione» rivolta a quanti considerano la Giornata mondiale della gioventù «una variante della moderna cultura giovanile, una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star».
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