"In fila per stuprare Desirée". Ecco il "gioco" dell'orrore

Gli stupratori della 16enne avrebbero atteso il loro turno per poterla violentare. Un rito macabro finito con la morte

"In fila per stuprare Desirée". Ecco il "gioco" dell'orrore

Lo stupro di Desirée Mariottini è stato crudele, osceno, una sorta di rito macabro. Dalle carte dell'inchiesta e dalle testimonianze su cosa è accaduto in quelle terribili 12 ore a San Lorenzo, emergono dettagli inquietanti. Uno dei testimoni ascoltati, un bulgaro, ha raccontato di aver visto la ragazzina disperarsi perché nessuno voleva darle una dose di droga. Non aveva soldi per pagarla. A questo punto entra in scena il branco che di fatto si mette in moto per mettere a punto il piano fatale. La ragazzina segue Youssef all'interno del container. Ma la scena è orribile. La ragazzina subisce la prima violenza. Poi dopo un'ora e mezza il bulgaro racconta di aver visto Paco che attendeva il suo turno per poter "consumare", pure lui, un rapporto con la 16enne: un altro stupro. Di fatto secondo quanto raccontato dal bulgaro c'era una vera e propria fila per poter abusare della povera Desy.

Secondo i giudici in quel container c'era, come anche sottolinea il Tempo, un vero e proprio via vai per abusare del corpo di quella ragazzina. Dopo il primo stupro dunque, gli altri componenti del branco avrebbero atteso il proprio turno per far scempio del corpo di Desy ormai stordita da un cocktail di droghe e psicofarmaci. Poi è arrivata la morte.

Nessuno, ormai dalla ricostruzione della procura è chiaro, ha chiamato isoccorsi. Anzi, ci sarebbero state minacce su chi era pronto a farlo. Questa storia si è chiusa con una frase pronunciata da uno degli aguzzini: "Meglio lei morta che noi in carcere". Il sigillo orribile su un rito osceno e fatale.

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