Roma, arrestato pusher nigeriano: botte a militari e cocaina in tasca

Deciso ad evitare un regolare controllo, lo straniero ha aggredito i carabinieri, cercando poi di fuggire. In tasca 10 involucri contenenti cocaina e 700 euro, in casa 760 grammi di eroina purissima ancora da tagliare

Roma, arrestato pusher nigeriano: botte a militari e cocaina in tasca

È finito in manette ieri sera a Roma un pusher nigeriano che non ha esitato ad aggredire i rappresentanti delle forze dell’ordine per sottrarsi ad un controllo.

L’episodio è avvenuto in via Casilina, nella periferia della Capitale. I carabinieri, impegnati in un’operazione di pattugliamento del territorio, hanno notato lo straniero all’altezza dell’incrocio con viale Palmiro Togliatti, e l’atteggiamento sospetto di quest’ultimo li ha convinti ad effettuare una veloce verifica.

Raggiunto dai militari, il nigeriano ha subito mostrato un grande nervosismo. Alla richiesta da parte degli uomini dell’Arma di fornire i documenti e lasciarsi controllare, ha reagito in malo modo, scagliandosi con violenza contro di loro. I carabinieri sono stati tempestati di calci e di pugni ma, trovandosi in superiorità numerica, hanno infine avuto la meglio, riunscendo ad immobilizzare il facinoroso.

Dopo una rapida perquisizione, il nigeriano è stato trovato in possesso di numerose dosi di cocaina (almeno dieci) e 700 euro in contanti, sicuro ricavo della sua attività di spaccio.

Constatata la colpevolezza dell’africano, i militari hanno quindi deciso di procedere con una perquisizione dell’abitazione del soggetto. L’appartamento, locato in zona Alessandrino, è stato pertanto ispezionato. Nascosti sotto ad un materasso, sono stati rinvenuti ben 67 involucri con all’interno dell’eroina purissima, per un totale di 760 grammi da cui si sarebbero potute ricavare almeno 10mila dosi. Celato insieme alla droga, anche tutto l’occorrente per il confezionamento.

Arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti

e

resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, il nigeriano è stato inzialmente rinchiuso in una cella di sicurezza per poi finire dietro le sbarre del carcere di Regina Coeli a Roma, dopo il giudizio direttissimo.

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