Spin Time Labs, quel business da 250mila euro dei collettivi di sinistra

Discoteca, ristorante, laboratori di teatro, sale concerti e affitti dagli abusivi: gli affari del palazzo occupato di via di Santa Croce in Gerusalemme valgono 250mila euro

Spin Time Labs, quel business da 250mila euro dei collettivi di sinistra

Concerti, spettacoli teatrali, rave che vanno avanti dalle 5 del pomeriggio fino all’alba. Fa sorridere che ad organizzarle, quelle feste, sia un gruppo che si chiama AMEN. Nome a dir poco evocativo considerando quanto è successo nei giorni scorsi nel palazzo occupato da Action in via di Santa Croce in Gerusalemme.

Lo chiamano “cantiere di rigenerazione urbana”, ma Spin Time Labs in realtà è un grande business. Un affare da 250mila euro l’anno. A tanto ammonterebbero, secondo Libero, i proventi delle attività del “centro culturale polifunzionale”: discoteca, osteria, teatro, sale per conferenze e concerti. Tutto rigorosamente in nero, e pure “a scrocco” visto il debito di oltre 300mila euro con la società che fornisce l’energia elettrica.

Qui i militanti di Action prima hanno piazzato gli inquilini, quasi tutti stranieri, di 18 differenti nazionalità, che agli antagonisti pagano regolarmente l’affitto, e poi hanno deciso di aprirsi al pubblico con una serie di attività promosse all’interno dell’edificio occupato. Secondo fonti citate dallo stesso quotidiano, in 123 lì dentro ci avrebbero preso addirittura la residenza, compresi 36 minori. E molti degli occupanti, nel corso degli anni, avrebbero anche rifiutato le sistemazioni alternative offerte dal Campidoglio, segno che la situazione all’interno dello stabile non fosse poi così emergenziale. “Qui si vive meglio di un normale condominio, c'è un comitato di gestione e le problematiche vengono sanate all'interno, anche grazie a riunioni settimanali”, conferma, infatti, uno di loro all’Adnkronos.

Insomma nel palazzo occupato nell’ottobre del 2013, che vale oltre 50 milioni di euro, gli affari vanno avanti indisturbati, con la benedizione non solo del Pontefice e del suo elemosiniere, ma anche del vicesindaco della Capitale, Luca Bergamo e della presidente Dem del I Municipio, Sabrina Alfonsi, che non molto tempo fa l’aveva definita “una realtà che deve andare avanti”.

Anche per la consigliera Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti alla Regione Lazio, quello di via di Santa Croce “non è solo uno stabile occupato” ma “soprattutto un bell’esempio di rigenerazione urbana”. Alla faccia dei ristoratori e commercianti di zona che ancora pagano le bollette.

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