Messina - Parla Ruby. "Grazie di cuore, sei un
gentiluomo, peccato che la gente non sappia quello che sei veramente.
Mi hai aiutata, la gente è invidiosa, diamoci forza e andiamo avanti, ce la possiamo fare". Con queste parole Ruby, la minorenne marocchina
al centro di un’inchiesta giudiziaria che vede protagonista anche il premier Silvio Berlusconi, interviene telefonicamente nella trasmissione di
Raidue ’L’ultima parolà in onda questa sera.
La 17enne chiarisce, nel corso del suo intervento, il suo rapporto con il premier "visto una volta sola dal vivo", il suo il fermo in Questura e
l’incontro con i magistrati. "Io non ho denunciato nessuno. Ho parlato con i giudici della mia vita, che non c’entra, non del Presidente. Berlusconi
è entrato nella mia vita solo una volta, io l’ho visto solo una volta".
E aggiunge: "Hanno voluto indagare, la notizia ha fatto notizia.
Adesso hanno scritto tanti, ma devono mettersi il cuore in pace: non c’è una notizia diversa". Nessun rapporto intimo tra lei e il presidente del
Consiglio: "Lui mi ha aiutata, mi ha salvata da una situazione difficile. Posso solo essergli riconoscente, gli voglio un bene dell’anima e spero
che tutto questo -conclude- non lo rovinerà".
"Come alla Caritas" "Rapporto sessuale no, rapporto
d’amicizia tantomeno. Posso dire di aver fatto quasi un giro alla Caritas, quando ti danno la busta della spesa. Berlusconi mi ha aiutata, mi ha
salvata da una situazione difficile. Posso solo essergli riconoscente, gli voglio un bene dell’anima e spero che tutto questo non lo rovinera".
Così Ruby alla trasmissione di Rai Due, L’Ultima Parola. Ruby dice di non aver avuto rapporti
sessuali con Berlusconi, ma di essere stata aiutata da lui. La ragazza marocchina che fra pochi giorni diventerà maggiorenne e parlando del
premier ha aggiunto: «Posso solo ammirarlo, parlare bene di lui, grazie a lui non sono finita sulla strada nè a fare lavori indecenti. Mi ha aiutata
senza un tornaconto, la gente ha manipolato tutte le mie dichiarazioni.
Posso capire che il presidente stia sulle scatole a tanti, ma non è giusto usare me, cambiare le mie dichiarazioni, per colpire lui. Io non ho
detto nulla di quello che è stato scritto sui giornali - ha concluso Ruby - di verità sui giornali ce ne è veramente poca".
"Chi ha detto che ho rubato mente e pagherà" Nega di ave compiuto furti Ruby, la ragazza che ha parlato con gli inquirenti di alcune feste con il pesidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ruby ha ammesso di essere stata accusata di furto da una ragazza con cui viveva ma "non è risultato vero. Questa persona che mi ha accusata - ha aggiunto ai microfoni del programma L’Ultima parola di Rai Due - dovrà pagarmi i danni. Mi ha accusata di aver rubato ma io le ho sempre pagato l’affitto. È solo spazzatura, proprio spazzatura".
"Un libro sulla mia vita e su Berlusconi" "Intendo pubblicare un libro dove racconto la verità sulla mia vita e dove ci sarà anche Silvio Berlusconi". L’annuncio arriva da Ruby, la minorenne marocchina, coinvolta nell’inchiesta che vede protagonista il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Raggiunta telefonicamente, nel corso della trasmissione L’ultima parola condotta da Gianluigi Paragone, la giovane cerca di difendersi dalle critiche. "Non intendo parlare, parlerò - spiega-, tra tre giorni quando sarò maggiorenne. Ma la verità non uscirà in televisione nè sui giornali. Non mi venderò come tante altre nella mia situazione". Dopo le prime pagine sui giornali, la giovane si dice amareggiata. "Non sono contenta. Mi ha preoccupato, amareggiato il fatto che posso apparire per quella che non sono. La gente si fa un’idea sbagliata di me, non sto molto bene in questo momento". Ascoltata dai giudici, braccata dai giornalisti la 17enne si sente strumentalizzata. "Credo più dai media, non voglio dare la colpa ai giudici. Però -conclude- mi accerterò del tutto quando sarò maggiorenne e potrò farlo".
Il padre: "Non la vedo da marzo" "Mia figlia è ribelle. L’ultima volta l’ho vista per mezza giornata nel marzo scorso quando mi chiamò la polizia stradale. Da tre anni non so nulla di lei". Intervistato dall’Ansa Mohamed, il 54enne ambulante marocchino padre di Ruby, rompe il silenzio per parlare della figlia che è rimasta coinvolta nell’inchiesta di Milano.
Una figlia ribelle Nel marzo scorso il padre di Ruby venne chiamato dalla polizia di Giardini Naxos (in provincia di Messina) che aveva trovato la ragazza in auto con altri due giovani. La minorenne tornò a casa col padre ma il giorno dopo sparì di nuovo. "Non ha mai voluto studiare - aggiunge il padre in un italo-siculo stentato - non vuole andare in Marocco. Non stava mai a casa". Mohamed si trova davanti la sua abitazione in contrada San Filippo a Letojanni. La moglie e gli altri tre figli sono in Marocco.
Alla domanda se conosce la vicenda in cui è coinvolta la figlia, che riguarda anche il premier Berlusconi, il marocchino risponde: "Non so niente, nessuno mi ha detto nulla. Sapevo che mia figlia era in comunità. Questa storia non mi piace. Voglio vivere tranquillo e tornare in Marocco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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