Imperano sulle nostre tavole da sempre, protagonisti indiscussi di menù, brindisi e cene. Ma vino e birra non hanno solo aspetti goliardici. Dietro a bouquet fruttati e schiume bianche nascondono anche proprietà benefiche. Proteggono il cuore e i reni, migliorano la memoria e aiutano a combattere i disturbi del sonno. Si dice anche siano un toccasana durante la menopausa. Sull'effetto terapeutico degli alcolici se ne dicono di ogni tipo, ma cosa è vero e cosa no? In circolazione ci sono fiumi di ricerche scientifiche, spesso contraddittorie tra loro a seconda del paese in cui vengono svolte. Alcune mettono in guardia dall'alcol senza concedere particolari sconti, altre consigliano un paio di bicchieri al giorno, tanto che orientarsi tra i vari studi non è affatto semplice. C'è tuttavia un denominatore comune tra le varie analisi: le bevande alcoliche non vanno demonizzate in toto. Il segreto sta tutto nella misura. Vino e birra, senza eccessi e alla giusta età, possono persino fare bene.
POCHE CALORIE
Innanzitutto va detto che la birra è meno calorica delle bibite gasate (43 calorie per cento grammi) e non ha conservanti artificiali. La sua ricetta è rimasta inalterata e naturale (malto, orzo, luppolo e lieviti) dai tempi dei Sumeri. Analizzandola in laboratorio, si scoprono tutte le sue qualità nascoste. Ad esempio combatte le notti in bianco: contiene infatti l'acido nicotinico e la lattoflavina che aiutano a conciliare il sonno. Qualche esperto di benessere la consiglia anche per pediluvi naturali: lievemente effervescente, solletica e rilassa i piedi. Ha un alto contenuto di flavonoidi che contribuiscono all'aumento della calcitonina, essenziale per prevenire i danni alle ossa dopo la menopausa. Bionda o rossa che sia, aiuta persino a ridurre il rischio di attacchi di cuore in una percentuale che supera il 40%: è stato infatti dimostrato che il lievito di birra contribuisce a combattere il colesterolo cattivo e a prevenire l'ostruzione delle arterie. Vari studi dimostrano che il contenuto di silicio previene problemi cognitivi e la perdita di memoria. E una o due birre al giorno aiutano anche a mantenere puliti i reni. Una ricerca condotta in Finlandia ha dimostrato che il consumo di una bottiglia al giorno può quasi escludere il rischio di calcoli renali. Tutto merito dei luppoli, che aumentano il calcio nelle ossa, e dell'acqua, che rappresenta più del 90% della bevanda. La birra scura contiene vitamina B3, fondamentale per la riparazione cellulare, vitamina B6, alleata per attutire le sindromi premestruali, e B9 (acido folico), utile a prevenire il cancro al colon retto. Grazie alle fibre, la birra migliora la digestione e agisce come lassativo. Dulcis in fundo, migliora la vista. Vari studi condotti negli Stati Uniti e in Canada hanno scoperto che la birra riduce il rischio di cataratte. Diagnosi finale: non è affatto necessario rinunciare a gustarsi una pinta fresca, anzi, è quello «strappo alla regola» che, tutto sommato, ci fa stare un po' meglio.
MEGLIO ROSSO
Idem per il vino. Anche dentro al calice si possono trovare proprietà che fanno bene. Pur essendo più alcolici della birra, rosso (soprattutto) e bianco (in base agli studi più recenti) possono rappresentare un aiutino al benessere dell'organismo. Innanzitutto aiutano a controbilanciare i danni deleteri del fumo, regolando gli effetti che il tabacco provoca nei vasi sanguigni. Il rosso «pulisce» l'endotelio, uno strato di cellule che riduce l'attrito tra i vasi linfatici e i vasi sanguigni ma che soprattutto riveste la superficie interna del cuore. E poi si sa che un bicchiere al giorno contribuisce a prevenire le malattie alle coronarie e ad abbattere il colesterolo cattivo. Non solo, ha anche un effetto anticoagulante. Significa che fa calare il rischio di trombosi. Sorseggiare un buon calice può anche prevenire la comparsa di arteriosclerosi, una delle malattie causate dalla degenerazione e dall'irrigidimento delle arterie. L'alcol contenuto nel vino, grazie alla formazione di ossido favorisce il rilassamento delle pareti arteriose.
Altra curiosità: regola la pressione. Anche se si sa che il consumo eccessivo di alcol provoca ipertensione, bere un bicchiere di vino (massimo 250 ml) riduce la pressione dopo aver mangiato. Più in là si va con l'età, meglio è accompagnare i pasti con un po' di rosso. Le ricerche dimostrano che il resveratrolo (un componente del vino) ha effetti neuroprotettori e tiene lontano l'Alzheimer e la demenza senile. Tuttavia sulla sostanza restano accesi i dibattiti tra gli istituti scientifici. Certo è che il vino previene i raffreddori, riduce la possibilità di ammalarsi di cancro alla gola o alla prostata, riduce il fastidio delle emorroidi.
Come mai il rosso è più efficace del bianco? Il segreto è nei polifenoli che provengano dalla buccia e dai semi dell'uva, protettori numero uno del cuore. Il vino bianco invece non li contiene poiché si prepara utilizzando solamente la polpa dell'acino. «Pur essendo meno tannico, il bianco ha un effetto positivo sulle piastrine - sostiene Carlo Agostoni, esperto di nutritone al Policlinico di Milano -, Solitamente è lo spessore del vino ad indicarne le qualità sane. Tramite la quercetina (gruppo dei flavonoli) ha effetti fluidificanti, antistipsi, aiuta ad assorbire il ferro». In Norvegia è stato effettuato uno studio, su un campione di oltre 60mila persone, per dimostrare i benefici di birra evince
La conclusione è stata che chi beve tre o quattro bevande alcoliche alla settimana ha il 33% di possibilità in meno di soffrire di insufficienza cardiaca rispetto agli astenni.
«Vino e birra hanno attraversato al storia - sostiene Agostoni - Non leviamoli dalle nostre tavole. Usarli nel modo giusto fa parte di una cultura nutrizionista corretta, in base alla teoria: un po' di tutto e non troppo dl niente».
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