Vaccinare gli anziani per battere l'influenza

Vaccinarsi per difendersi dall'influenza stagionale. Una precauzione che dovrebbe essere adottata soprattutto dalle persone anziane, per definizione esposte ad un maggior rischio di contrarre l'infezione, a causa del naturale decadimento del sistema immunitario (immunosenescenza). Vulnerabilità che può portare anche a conseguenze più gravi, come il peggioramento di altre patologie croniche concomitanti, la disidratazione e il ricovero ospedaliero, fino al decesso. I numeri lo sottolineano: in Italia ogni anno si contano in media circa 8mila morti direttamente collegati alle complicanze provocate da influenza, di cui ben il 90 per cento riguarda gli over 65. Pur avendo un impatto epidemiologico rilevante (lo scorso anno a livello mondiale, sono state colpite da influenza oltre 6 milioni di persone), la malattia, infettiva e altamente contagiosa, viene ancora oggi sottovalutata. «In questi anni abbiamo registrato un progressivo calo delle vaccinazioni, soprattutto nella popolazione anziana, tanto che, guardando ai dati, con lo scorso anno possiamo dire di aver fatto un salto indietro di ben 15 anni in termini di coperture vaccinali, tornando ai livelli della stagione 2000-2001 e arrivando a vaccinare a malapena il 50 per cento nella popolazione anziana», spiega Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive, Istituto superiore di sanità. «Gli ultimi dati della rilevazione Influnet, aggiornati al 15 novembre, mostrano un progressivo aumento dei casi, che hanno superato quota 193mila. Ancora non siamo nella fase epidemica, ma il picco del contagio è atteso tra dicembre e gennaio, ed è quindi importante proteggersi per tempo con la vaccinazione».

Una immunizzazione efficace della popolazione anziana, la offre il vaccino antinfluenzale adiuvato con MF59 (approvato di recente anche dalla Fda), particolarmente indicato negli over 65, in quanto agisce rafforzando il sistema immunitario. «É stato dimostrato che il vaccino influenzale adiuvato con MF59 riduce il rischio di ricovero ospedaliero del 25%, spiega Michele Conversano.

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