Oramai sembra una consuetudine: i migranti, appena sbarcati sulle spiagge sarde o siciliane, scattano un selfie ed immortalano l’approdo allo stesso modo di come una comitiva di amici celebra l’arrivo in una località vacanziera; questa volta però, lo scatto è risultato fatale per uno scafista tunisino che aveva guidato un gommone fino all’arenile di Torre Salsa, all’interno della riserva naturale del WWF a circa 20 km dal centro di Agrigento.
Il caso ha voluto che, proprio nel momento dell’arrivo del gommone, sulla spiaggia era presente la troupe della trasmissione televisiva ‘Matrix’ la quale, assieme a Claudio Lombardo dell’associazione ‘MareAmico Agrigento’, stava girando un servizio sul fenomeno degli sbarchi fantasma: “C’erano le telecamere accese – ha poi raccontato Lombardo sulla pagina dell’associazione – Ed in quel momento abbiamo avvistato un gommone che puntava dritto verso la spiaggia: abbiamo allertato Carabinieri e Guardia Costiera perché era chiaro che i migranti a bordo volessero fuggire”.
La cronaca di questo sbarco risale alla scorsa settimana: sul posto, presso le coste della riserva di Torre Salsa, sono giunti gli uomini dell’Arma che hanno iniziato le ricerche ed identificato alcuni dei tunisini (in tutto a bordo erano una decina, secondo diverse testimonianze) che avevano provato a scappare nelle campagne circostanti, così come avviene di fatto nella gran parte degli sbarchi fantasma; tra di loro, per l’appunto, vi era anche lo scafista arrestato nella giornata di lunedì.
In mano infatti, a differenza degli altri migranti, il soggetto fermato nelle scorse ore aveva un navigatore satellitare e questa circostanza ha insospettito i Carabinieri che, durante ulteriori controlli, hanno anche trovato un telefono cellulare in dotazione al giovane: al suo interno, le foto ed i selfie in cui si è potuto notare chiaramente come G.N., queste le sue iniziali, pilotava il gommone e guidava il gruppo di dieci tunisini verso le coste siciliane. Non solo: durante gli interrogatori, anche gli altri soggetti a bordo del piccolo natante hanno confermato il ruolo del giovane arrestato dai Carabinieri di Agrigento.
“Dopo lo sbarco – racconta ancora Claudio Lombardo – Abbiamo notato che dietro una duna alcuni migranti si erano cambiati abbandonando anche alcuni oggetti; personalmente ho ritrovato uno smartphone di colore giallo, consegnato poi alle forze dell’ordine”.
Sarà adesso importante cercare di risalire alla ‘mente’ dello sbarco di Torre Salsa, il quale all’interno del già complicato quadro degli sbarchi fantasma appare ancora più ‘anomalo’: l’approdo infatti è avvenuto non grazie alla classica ‘carretta del mare’, ma tramite un piccolo gommone trainato da un motore di grossa cilindrata e, come hanno fatto notare diversi testimoni, di sicuro anche molto costoso. Una circostanza questa che rende peculiare questa traversata rispetto a tutte le altre registrate, a partire dallo scorso mese di giugno, in provincia di Agrigento; la domanda che ha riecheggiato nei giorni immediatamente successivi allo sbarco, ha riguardato proprio quest’ultimo punto: come mai acquistare un’attrezzatura onerosa per un viaggio con appena una decina di migranti a bordo? Verrebbe meno in questo caso, seguendo la dinamica dello sbarco, il fattore economico nell’organizzazione di questa traversata dalla Tunisia, fattore indubbiamente primario all’interno delle logiche delle associazioni criminali che regolano una delle tratte maggiormente ‘redditizie’ dell’immigrazione.
Intanto, oltre all’arresto dello scafista ed ai diversi quesiti oggetto di indagine, ha destato non poco scalpore il ritrovamento di altre foto che immortalano invece gli altri migranti sbarcati a Torre Salsa: uno scatto, in particolare, ritrae almeno quattro giovani magrebini sulla spiaggia sotto lo sguardo dei Carabinieri giunti da poco presso l’arenile teatro dello sbarco. I ragazzi appena approdati, di fatto, non sembrano né intimoriti e né allarmati dalla presenza degli uomini dell’Arma, il tutto sembra avvenire con incredibile naturalezza.
Le forze dell’ordine a Lampedusa e ad Agrigento sono in allerta: il mare è tornato ad essere calmo ed aumenta il rischio di una nuova ondata di sbarchi lungo le coste tanto delle Pelagie quanto della Sicilia meridionale.
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