Il 14 settembre 2010 usciva «Rhapsody in Blue» di Gershwin con il pianista jazz Stefano Bollani e Riccardo Chailly alla direzione dell'Orchestra del Gewandhaus di Lipsia. Fu un terremoto discografico. La Universal era la prima a sgranare gli occhi quando in soli dieci giorni il cd balzava all'ottavo posto nella classifica degli album più venduti in Italia. E in quella «Top 100» soggiornò per 30 settimane, bruciando divi, re e reginette del pop. Il successo è stato poi certificato dalle migliaia di copie vendute, ormai è disco di platino. La premiata ditta Bollani&Chailly tenta di nuovo il colpo con un cd (sempre Decca), «Sound of the 30s», in circolo da pochi giorni, dedicato alla musica degli anni Trenta. Il brano di punta dell'incisione è il Concerto di Maurice Ravel. Proprio il Concerto che costituisce il pezzo forte delle quattro serate alla Scala con l'Orchestra Filarmonica scaligera e la strana coppia. Chailly è stato spesso sul podio del teatro milanese, sarà invece un debutto per Bollani, considerato dalla critica internazionale fra i dieci jazzisti che più contano. Nel 2007, per dire, a Vienna gli viene consegnato l'European Jazz Preis, premio della critica europea, come miglior musicista jazz europeo dell'anno. Bollani terrà quattro concerti alla Scala, tre nella stagione del teatro, il domani, il 16 e il 18. Più quello del 21, nel cartellone della Filarmonica e con un programma centrato su Gershwin: «An American in Paris», «George Catfish Row» e «Concerto in fa». In mezzo a tanta effervescenza jazz, Riccardo Chailly si concede una tappa a Roma con l'Orchestra che dirige stabilmente, il complesso del Gewandhaus di Lipsia, per festeggiare il compleanno del Papa Benedetto XVI.
Il Concerto di Ravel ha avuto interpretazioni memorabili, anzitutto due: quelle della pianista Martha Argerich e Arturo Benedetti Michelangeli. Che altro aggiungere? Non teme, Bollani, per questo suo debutto scaligero, acidi confronti: soprattutto da parte di chi ancora non ha metabolizzato il Vasco alla Scala ed ora vede sedere al pianoforte un grande - sì - ma del jazz? E' questo il punto. Bollani ha colto nella pronuncia jazzistica la chiave di lettura di questo gioiello musicale. Questo il suo marchio di fabbrica, condiviso al 100% da Chailly con il quale ha condiviso l'incisione discografica, il primo concerto a Lipsia, quindi quello di Parigi, gli immediati di Milano e il futuro di Amsterdam.
In una Scala stretta alla tradizione ma anche pronta a saltare aldilà della staccionata, lunedì 23 aprile (ore 20) si terrà un altro concerto pro-jazz, con la Mahler Chamber Orchestra e la WDR Big Band. L'occasione è un tributo a Ray Charles. Proprio così: Ray Charles alla Scala, con un'orchestra classica, la Mahler appunto, creatura di Claudio Abbado, una jazz band. E il baritono di Kansas City Kevin Mahogany, 53 anni, definito da Newsweek la più straordinaria voce jazz della sua generazione. Assieme a lui anche Jocelyn B. Smith, newyorkese trapiantata a Berlino poliedrica interprete di jazz, blues e soul.
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