«Un attacco sionista» da parte dei «giudei deicidi». Il sito internet si chiama Pontifex, è dichiaratamente cattolico e «apologetico», vuole difendere il Papa e la Chiesa in questo momento sotto attacco per lo scandalo della pedofilia. Ma, almeno in questo caso, l’effetto che ha ottenuto è stato - com’era peraltro facilmente prevedibile - quello di creare imbarazzi e controproducenti polemiche con il mondo ebraico, per aver pubblicato venerdì scorso le (presunte) dichiarazioni fortemente antigiudaiche dell’ottantunenne vescovo emerito di Grosseto Giacomo Babini, il quale peraltro ieri pomeriggio ha dichiarato di non averle mai pronunciate.
Il giornale online Pontifex, diretto da Bruno Volpe, pubblica spessissimo brevi e dirompenti interviste a personaggi della Chiesa, con giudizi taglienti e forti, anche se talvolta soggetti a successive chiarificazioni e aggiustamenti. Monsignor Babini, si legge sul sito, ha dichiarato: «La pedofilia è una cosa orrenda e basterebbe un solo caso per far gridare allo scandalo, ma mi consta che anche in altre confessioni ve ne siano e in proporzione maggiore a quella della Chiesa cattolica» e comunque è in corso una manovra orchestrata dai «nemici di sempre dei cattolicesimo, ovvero massoni ed ebrei e l’intreccio tra di loro a volte è poco facile da capire». «Ritengo che sia maggiormente un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza: loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi». Il vescovo avrebbe continuato affermando che la colpa degli ebrei «fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarebbe accaduto loro con il “non piangete su di me, ma sui vostri figli”».
Ma c’è di più. Nell’intervista pubblicata da Pontifex si parla anche della Shoah, in questi termini: «L’Olocausto fu una vergogna per l’intera umanità, ma adesso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità è che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono l’economia tedesca».
Com’era comprensibile, le parole attribuite al prelato non sono passate inosservate. Il Comitato ebraico americano, in un comunicato ufficiale diffuso a New York, ha chiesto ai vescovi italiani di condannare immediatamente le dichiarazioni «antisemite» rilasciate dal vescovo emerito di Grosseto. Duro anche il giudizio del deputato del Pd Emanuele Fiano, di origini ebraiche: «Nel sessantacinquesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Buchenwald, dover leggere ancora oggi parole vergognosamente antisemite e razziste come quelle del vescovo emerito di Grosseto, dovrebbe indurre chi ha responsabilità nella gerarchia ecclesiastica a provvedimenti chiari e forti».
E la chiarificazione è avvenuta, a stretto giro di posta, con una dichiarazione scritta dello stesso monsignor Babini, diffuso dall’ufficio delle comunicazioni sociali della Cei. «Mi si attribuiscono - spiega il prelato - dichiarazioni sui fratelli ebrei da me mai pronunciate: preciso che in alcun modo ho espresso simili valutazioni e giudizi da cui prendo nettamente le distanze». «Rinnovo ai nostri fratelli maggiori nella fede - aggiunge Babini nella nota - la mia fraterna stima e piena vicinanza, in sintonia con il magistero della Chiesa costantemente riaffermato dal Concilio Vaticano II in poi».
Come si ricorderà, ad aprire un primo consistente fronte polemico con il mondo ebraico era stato il Venerdì santo, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero
Cantalamessa, che nell’omelia in presenza di Benedetto XVI aveva citato la lettera di un amico ebreo il quale paragonava i metodi dell’attacco attuale contro il Papa per lo scandalo pedofilia ai metodi dell’antisemitismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.