Marcello I, al secolo Marcello Menegatto, imprenditore edile di 31 anni, residente in Svizzera, è il nuovo Principe di Seborga. Ha ottenuto 89 voti, contro i 67 del regista Pepi Morgia nelle urne elettorali del piccolo centro medievale alle spalle di Bordighera, autoproclamatosi Principato, sulla scorta di documenti storici che ne proverebbero l'indipendenza dall'Italia. Alle 14.45, il verdetto, dopo lo spoglio elettorale che ha richiesto un po' di tempo per verificare anche i voti via mail, giunti dai consoli del Principato all'estero. Tre i voti nulli, tutti giunti via mail: uno senza l'indicazione della preferenza e due privi dei titoli.
Menegatto succede così a Giorgio I di Seborga, morto nel novembre scorso, al culmine di una lunga malattia. Rimarrà in carica 7 anni e potrà essere rieletto. «Cercherò di creare nuove infrastrutture e posti di lavoro per i nostri abitanti. Riordinerò il Palazzo del governo e tutti gli statuti con gli antichi documenti. Proseguirò la battaglia sull'indipendenza. Il mio sogno è che Seborga possa diventare Principato a tutti gli effetti. Al mio avversario dico che con l'onestà e la sincerità si arriva ad un risultato» sono state le sue prime dichiarazioni dopo lo spoglio delle schede che l'hanno proclamato sovrano del principato.
Principato che trovò il suo massimo splendore sotto l'augusta guida del principe Giorgio I. Dopo la grave crisi demografica, che aveva fatto scendere la popolazione sotto le 200 unità, nel 1991 arrivò a superare i 350 residenti. Seborga è infatti un piccolo, come si capisce, borgo nell'entroterra ligure in provincia di Imperia, a 500 metri sul livello del mare. Per la cronaca il suo santo protettore è Bernardo e il giorno festivo il 20 agosto. E una storia illustre alle spalle ce l'avrebbe pure. Si hanno sue notizie già prima dell'anno Mille quando apparteneva ai conti di Ventimiglia. Nel 959 venne ceduto ai monaci benedettini di Lerino, che nel 1660 vi istituirono una zecca, rimasta attiva per trent'anni. Dopo otto secoli, nel 1729 i buoni fraticelli cedettero il borgo a Casa Savoia, senza però mai registrare l'atto. E su questo presupposto, per quasi mezzo secolo si è battuto Giorgio Carbone che nel 1963, da presidente della Cooperativa agricola di Seborga, a soli 27 anni venne eletto Principe all'unanimità dai Cavalieri della Corona di Seborga.
A quel punto Giorgio I crea il suo governo, composto da 15 ministri, rigorosamente privi del ben che minimo potere, ricolloca le vecchie frontiere con tanto di garitte, sbarre e corpo di guardia. Poi emette passaporti e patenti di guida, si inventa una targa automobilistica, batte moneta, il «luigino» cambiato a 6 dollari, stampa francobolli. Materiale di nessun valore legale, ma con un discreto mercato collezionistico. C'è anche una guardia, che si esibisce in pittoresche uniformi, in realtà vigili urbani con le stesse identiche prerogative di qualsiasi altro corpo municipale. E come tutti i sovrani che si rispetti deve anche confrontarsi con un'usurpatrice: Yasmine von Hohenstaufen Anjou Plantagenet, autoproclamatasi erede al trono. Scrisse più volte al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ma agli atti, che si sappia, non risultano risposte.
Inutile dire che, nonostante il Principe abbia fatto un'infinità di ricorsi alle diverse Corti europee di giustizia senza mai ottenere ragione, Seborga abbia la stessa credibilità di Pontevedro, il Granducato della «Vedova allegra» Hanna Glavari e del suo corteggiatore conte Danilo Danilowitsch. Tuttavia con le sue stravaganti iniziative, Giorgio I è riuscito ad attirare l'attenzione dei mass media di mezzo mondo. Con immaginabili ricadute sul turismo e in generale l'economia locale. Quando un corrispondente straniero non aveva altro di cui occuparsi e voleva fare il solito «pezzo di colore» saliva in Liguria lo intervistava. Tanto che nel 2005 Giorgio I finì sulla Bbc al programma «How to Start Your Own Country». Grosso modo «Come farsi un proprio Stato».
Il 25 novembre del 2009, Giorgio I morì dopo la lunga malattia che lo aveva colpito tre anni prima, aprendo la strada alla successione. Attualmente a Seborga vige lo status di sede vacante ed è retta da Alberto Romano, già Ministro della Giustizia sotto il governo di Giorgio I. Dal 20febbraio scadevano i termini per candidarsi alle elezioni di Primavera. Tra i candidati Gigi Nardini, 58 anni, considerato il «re del miele», noto soprattutto per essere il sosia di Luciano Pavarotti, poi Vincenzo Buscaglia, presidente della società di Salvamento di Sanremo, Marcello Menegatto, imprenditore di Seborga, il conte Alexander De Boturì (di origine americana), Secondo Messali, Guardia Giurata ed attuale ministro del Principato; il Principe Davide Pozzi Sacchi, di Santa Sofia, il regista Pepi Morgia, Michele Imperiale, nobile e l'avvocato di Roma (con cittadinanza anche di Seborga), Alberto Romano, che è anche Segretario di Stato del Principato. E ieri, scrutate le schede, è risultato vincitore, come del resto era ampiamente nelle previsioni, Menegatto, pronto a salire al al trono con il nome di Marcello I. Lunga vita al principe.
Da parte della principessa Asmine von Hohenstaufen Anjou Plantagenet riceviamo la seguente mail
Al Signor Menegatti di Seborga fantaprincipe in casa altrui, ovvero quando una foglia al vento si sente una quercia. La Regina Elisabetta al giullare di corte amava dire: «Ammiro il tuo portento, ma che sia d'uopo non lo consento!». Il linguaggio del Principe delle favole, se ha osato usare il termine «usurpatrice nei confronti della legittima erede ereale Proprietaria di Seborga ,bene dinastico monastico imprescrittibile, irrinunciabile, sebbene riferito solo a vicende araldiche, è palesemente perseguibile legalmente e invitiamo il signore a regolamentarsi, perchè spesso gli efialta, derivanti da delirio da onnipotenza, fanno perdere il senso della realtà. Il Signor Menegatti gioca con quattro gatti, e vorrebbe imenar per il naso il leone e l'aquila. Galoppa su un cavalluccio di legno e si crede di montare un purosangue. In sintesi potremmo rispondere all'insolenza del Principe di scortesia che non è nessuno, ma solo un arrogante occupante di casa altrui, che tenta di passar per padrone e dettar legge in casa del padrone troppo tollerante e democratico! Avevamo proposto un Sacro Regno dello Spirito ed un Principato Ecologico, ma invece i procacciatori di videogiochi ci oltraggiarono nel 2006! Se a Menegattimil cui nome significa solo menare i gatti, il potere gli vien dato dalla fantastoria che si sono raccontati se la tengano per il principato delle giostre, ma non si parli impunemente di autonomia e sovranità, categoria che compete solo la legittima proprietà. Non si osi impunemente opinare ipotizzando sulla sublime Sancta Propago Stoffensi Domi Avril de saint Genis Buren Anjou Hohenstaufen Plantagenet Lascaris Ventimiglia Comneno Paleologo sveva sicena fonte. La legittima erede, non si è mai candidata perché semmai è Lei a scegliere i candidati, ma ha già deciso, per un gesto di equità rispetto al Conte Guido Ventimiglia titolare del feudo, sebben per jus istantaneo del ramo di primogenitura di Re Desiderio (Vedi Dei Regni d'Italia epitome di Tesauro) chi sia titolare del Principato di Seborga ossia suo cugino il vicerè SAIR il principe Alduino Ventimiglia. Ciò in virtù di suoi poteri imprescrittibili ed irrinunciabili su bene monastico dinastico che ascende a Re Desiderio, da cui Sair La Principessa Yasmin I, discende direttamente in primogenitura e di cui gli Arduinici erano ramo cadetto, quindi Guido Ventimiglia, da cui tra l'altro discende anche la stessa direttamente attraverso matrimoni con la dinastia sveva anglicana di Federico II. Gli abbati principi sono niente se, in qualsiasi momento viene loro negato il beneficio. Non dipendono dal Vaticano, ma da una donazione che fu revocata da Jolanda Ventimiglia e che può essere ripetuta come è stata ribadita. La Falsa Donazione di Costantino annulla anche il Patrocinio del Vaticano. Ridicolo poi che si citi l'imperatore Enrico IV di Franconia, quale garante dell'autonomia e delle elezioni del Principe, ignorando che l'impero di Enrico IV di Franconia passò, attraverso il matrimonio di Agnese, sua unica figlia, agli Hohenstaufen.La Storia intanto ad insegnarla addirittura nei master di specializzazione è la plurilaureata prof dr master Sair Principessa Yasmin Gelsomina) per le leggi autarchiche (vigenti ancora nel 46 in Italia) Elisabetta Cristina Maria Ginevra Costanza Federica Aprile von Hohenstaufen Puoti Comneno Paleologo Lascaris Ventimiglia, la quale ha tra l'altro anche due lauree specifiche in Lettere classiche con Tesi in storia (110 e lode) e Storia e filosofia, filologia, architettura, (110e lode Paleografia, Storia antica bizantina e longobarda). La fondazione Guido Ventimiglia di cui è Presidente Sair Principessa Yasmin, ha pedissequamente spiegato, passo per passo, la sua discendenza, in relazione al diritto che ne scaturisce, sulla vicenda di Seborga. Basta rileggerli! Sono riassunti, del resto, nei telegrammi al Presidente della Repubblica, e a Strasburgo, ove è stata interpellata in merito al seborghino ricorso. Invero non è stata Sair a inviare un controricorso, se non fosse stata la stessa Strasburgo a chiedere a Sair La Principessa il nulla osta alle vostre richieste e le sue controdeduzioni. È semmai la legittima erede che può verificare le candidature non di certo voi. Semplicemente non vorremmo riferirci al portento del Marchese del Grillo, quando stigmatizza a sua autopresentazione di fronte alla folla, ma crediamo proprio che evocarla, almeno mentalmente, sia efficace per farlo comprendere al Fogliarini che evidentemente si crede Talea di querce plurisecolari, senza rendersi conto che di alberelli di fogliarine di questi ultimi anni ve ne sono parecchie, ma in questo caso è la plurisecolare quercia longobarda sveva anglicanacostantiniana che succisa virescit.
(Arch W.WEISS)
Corpo Diplomatico
Segreteria dell'Ambasciatore
In relazione dell'articolo sul Giornale, firmato Silvestrin su Seborga formulasi richiesta di rettifica, ai sensi leggi stampa, in quanto il termine usurpatrice, è gravemente offensivo e non corrispondente alla realtà storica dei fatti, riferita alla legittima erede e discendente di Guido Ventimiglia, di Re Desiderio, di Carlo Magno, dell'imperatore Enrico di Franconia la cui figlia Agnese sposò il capostipite della Casa imperiale Hohenstaufen. Sair Principessa Yasmin è di fatto la proprietaria di Seborga e delle isole Lèrins e pertinenze, un bene dinastico monastico imprescrittibile ed Irrinunciabile, non usocapionabile. L'elezione di Menegatti, è per la Cancelleria Hohenstaufen, un semplice diversivo del Borgo, il quale si è visto respingere dalla Corte Costituzionale e da Strasburgo il ricorso per la ricerca della Sovranità, peculiarità che dipende solo dalla legittima proprietà, ossia Sair Principessa Yasmin von Hohenstaufen d'Anjou plantagenet Avril de Saint Gensi Buren Anjou Puoti Comneno Paleologo. Lo stesso Tribunale di Strasburgo ha sollecitato ai legali della principessa Yasmin, i documenti storici che sono stati tempestivamente spediti. Per mero Gentlement Agreement, si è ritenuto non infierire contro lo Stato italiano e nominare Principe Onorario il Presidente Napolitano. Sovrana legittima del Sacro regno di Seborga è pertanto Sair Principessa Yasmin von Hohenstaufen d'Anjou Plantagenet, che ha nominato vicerè il cugino Sair Principe Alduino Ventimiglia. I cittadini di Seborga sono meri occupanti abusivi di una proprietà privata. Tocca alla Legittima Sovrana deciderne la sorte. Non è esclusa una fidecommisso a Menegatti, se eletto realmente dai cittadini.
Cancelleria Legittima Sovrana del Sacro Regno di Seborga
Architetto Principe Alaric Veruli Saxe Coburgo Gotha
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.