Emanuela Fontana
Le spese pazze della pubblica amministrazione finiscono qualche volta anche sui tavoli dei magistrati. È successo per uno dei capitoli di bilancio che il Giornale esamina oggi. I dati sono quelli registrati dal sistema Siope della Banca d'Italia e valutati dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa (Gari). Si parla di parcelle agli avvocati. Ma non solo: spese postali e servizi di gestione documentale.
Tutte le Regioni sono dotate di un'Avvocatura. Ma l'affidamento di pratiche legali all'esterno è molto frequente. Troppo, in alcune Regioni. In Puglia, per esempio, proprio dall'utilizzo eccessivo di civilisti e penalisti estranei all'amministrazione sono nate un'allerta della Corte dei Conti e un'inchiesta in corso della procura di Bari. E guardando i dati forniti da Gazzetta Amministrativa si può capire perché: la Regione guidata da Michele Emiliano ha totalizzato nel 2017 da sola la stessa spesa per «patrocinio legale» di tutte le altre Regioni messe insieme: 6 milioni 296mila euro, una media di 20mila euro al giorno investiti in avvocati, nonostante i dipendenti dell'Avvocatura che risultano in organigramma siano quarantuno. Non quattro.
Un flusso di denaro che il rating Gari definisce «fuori controllo».
Se si sommano anche gli interventi legali per espropri, la regione guidata da Emiliano sfiora nel 2017 gli 11 milioni di spese legali. Si parla di quasi un milione al mese, 4.500 volte più della Lombardia. «Undici milioni di euro per pagare avvocati esterni quando si dispone dell'Avvocatura regionale - ha scritto la Corte dei Conti nella sua relazione del 2018, positiva, invece, sulla tenuta generale del bilancio è troppo. Nonostante le rassicurazioni fornite lo scorso anno, risultano emanate ulteriori leggi per il compenso professionale agli avvocati esterni». È stato il governatore Emiliano a presentare una denuncia da cui poi è partita l'inchiesta della procura di Bari. I quasi 23 milioni di spese legali sostenute dal 2006 scaturiscono da miriadi ricorsi presentati dagli agricoltori per il mancato versamento da parte della Regione delle indennità compensative previste da una legge regionale dell'82. Quello che sorprende è come mai in tanti anni non ci si sia mai accorti di niente. E i troppi nomi ricorrenti tra i consulenti legali.
A fine dicembre sono state iscritte nel registro degli indagati sette persone: cinque avvocati e i familiari di uno di loro. L'accusa: associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale e ideologico e autoriciclaggio. Nel 2018, in realtà, la Puglia ha aggravato la mole di esborso. Le uscite hanno sfiorato i 5 milioni per il patrocinio legale e i 6 per «altre spese legali».
Gli impegni in bilancio per la difesa nei procedimenti sono una voragine anche per i conti della Campania. Nel 2016 la Regione ha messo a disposizione un fondo per le vittime del web. Iniziativa lodevole che però non giustifica i quasi quattro milioni di «altre spese legali» del 2017, quasi raddoppiati nel 2018 a 7 milioni 947mila euro.
Un'altra Regione dove i pagamenti agli avvocati sono «eccessivi, preoccupanti», secondo il rating di Gazzetta Amministrativa, è l'Emilia Romagna. Le uscite, pari a 2 milioni 748mila nel 2017, sono diventate un caso politico. Il capogruppo della Lega in Regione, Alan Fabbri, ha depositato un'interrogazione lo scorso dicembre per sapere se ci sia «stato spreco di denaro pubblico». Si tratta di «milioni di euro spesi in consulenze legali affidate ad avvocati vicini al Pd», quando «la Regione paga già fior fiore di professionisti per l'ufficio legale interno»: tredici dipendenti, che hanno bisogno però di un aiuto esterno. Aiuto che, nonostante una contrazione, pesa ancora sul bilancio 2018 della Regione per circa 2 milioni. «La scelta dei legali della Regione Emilia Romagna», è stata la risposta della giunta Bonaccini, «si basa su criteri di esperienza e competenza, allo scopo di garantirsi al massimo l'ottenimento di esiti virtuosi». È comunque «in corso un programma di potenziamento dell'Avvocatura regionale». Sproporzioni enormi tra le Regioni si possono osservare nella gestione documentale. Per la Toscana è una spesa di appena 600 euro, l'Abruzzo investe 1.200 volte di più: 767mila euro.
Infine i conti postali. Nell'era del digitale l'invio di pacchi e lettere ricopre ancora un ruolo di rispetto nei bilanci. La Toscana dedica alle Poste quasi seicentomila euro, 1.900 al giorno. L'equivalente di 250-300 raccomandate quotidiane.
Ma l'uscita più «preoccupante», per Gazzetta Amministrativa è stata quella della Lombardia, la più virtuosa per le spese legali: 5 milioni 747mila euro investiti in spedizioni. Come 857mila raccomandate. Spesa ridotta di quattordici volte nel 2018 e rientrata nella norma.
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