"Shopping" degli arabi nelle città europee

Il sindaco della City non si scandalizza per i Paesi arabi che acquistano immobili e attività sul Tamigi, anzi festeggia: "Siamo l'ottavo emirato"

"Shopping" degli arabi nelle città europee

Nei giorni delle polemiche per i grattacieli milanesi finite nelle mani dell'emiro del Qatar il sindaco di Londra Boris Johnson va, come sempre, controcorrente. Johnson è ben contento dei fondi che arrivano nella City da parte araba ed esulta: "Londra è diventata l'ottavo emirato del pianeta".

Così ha festeggiato il primo cittadino della capitale britannica durante un convegno sugli investimenti provenienti dal Medio Oriente e dai Paesi arabi in generale, suscitando molte critiche e ilarità. C'è da essere molto felici, ha detto Johnson, per gli investimenti dei ricchi orientali nelle città europee. Il convegno era organizzato dal Daily Telegraph ed è stata l'occasione per discutere dell' "enorme nave spaziale piena di miliardi", come l'ha definita il sindaco, che approda a Londra. Nella metropoli infatti i grandi investitori del mondo islamico sono sempre più presenti, fra grattacieli, infrastrutture, grandi magazzini e proprietà immobiliari di ogni tipo.

Lungi dal gridare allo scandalo, Johnson ha aggiunto che gli investitori arabi apprezzano Londra per "il rispetto della legge e per le tante opportunità".

Le sue parole però hanno acceso il dibattito, anche sui social network, in particolare riguardo all'integrazione e ai modelli di coinvolgimento delle altre culture nella metropoli inglese. Ma il sindaco è stato chiaro: "Penso di essere uno dei pochi politici britannici a pensare ancora che l'immigrazione sia un fatto positivo. E quattro londinesi su dieci sono nati all'estero".

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