Vi ricordate la storia del sindacalista con due case, quello che occupava da anni, senza averne più diritto, un alloggio popolare dellAler pur avendone un secondo di proprietà? Bene, subito dopo luscita del nostro articolo, il funzionario della Cgil, da poco promosso di grado a segretario nazionale della funzione pubblica, ha dato la disdetta ufficiale allazienda di Viale Romagna dellappartamento che occupava dal 1995. A dire la verità, quella ufficiosa era arrivata a fine maggio sotto forma di un preavviso per liberare lappartamento. Non solo, ma dovrà anche pagare il debito accumulato in questi anni per non aver versato la quota massima di affitto, così come lAler gli aveva richiesto. Il trasloco lha fissato per giovedì prossimo quando libererà definitivamente lalloggio che verrà riassegnato a chi ne ha pieno diritto. Finalmente.
Ma andiamo con ordine e ricordiamo la vicenda. Lui si chiama Adriano Sgrò. Dal 1995 risiede in una casa di edilizia popolare. Fin qui niente di male, peccato che dal 2004 sua moglie diventi proprietaria di un altro immobile. Per evitare problemi, i due mantengono domicilio e residenze separate: lui risulta domiciliato nellalloggio popolare e lei invece in quello di sua proprietà. Ma la sostanza non cambia. «A quel punto, con una casa di proprietà allinterno del nucleo famigliare - avevano spiegato dallazienda di viale Romagna - il sindacalista non aveva più diritto a tenere laltro alloggio. Tra i requisiti per la graduatoria vale sì il reddito, ma anche il possesso di altri immobili». E quindi? Quindi succede che Sgrò non presenta la dichiarazione dei redditi della moglie e tantomeno dichiara che la signora ha una seconda abitazione, lazienda lo sanziona applicando il canone massimo di affitto e lui si rifiuta di pagare. Avviano un contenzioso che finisce dando ragione allAler. Nel frattempo lazienda di viale Romagna scopre, con una verifica al catasto, che la moglie di Sgrò risulta proprietaria di un secondo alloggio adeguata per due persone. Dal 2004, dicono le carte. E quindi facendo due conti, vuol dire che il sindacalista ha continuato a vivere in un alloggio popolare per almeno sei anni, senza averne diritto. E per la mora?
«Ha accumulato un debito di circa quattromila euro - spiegano ancora dallAler -.
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