Gongolava felice del boom di ascolti della sera prima Bruno Vespa, il camerlengo di Telesanpietro visibile in tutti i canali a tutte le ore. Porta a Porta è la terza camera del Parlamento, ma ora sembra una sacrestia dei Sacri Palazzi (Raiuno, ore 23,20, share del 16,97, 1.725.000 spettatori).
Il segreto dei buoni ascolti è un mix di autorevolezza del conduttore e varietà degli ospiti. Aylen Nail Maranges, miss Italia nel mondo 2012, in abbigliamento discreto per l'occasione non conosce Bergoglio ma dice la sua perché è argentina. Dirimpetto, suor Cettina Cacciato, docente di pedagogia, in tonaca grigia croce sul petto le mette soggezione.
Ignazio Ingrao, manovriero vaticanista di Panorama, parla chiaro: «Papa Bergoglio è un duro, non un cosiddetto Papa buono». Massimo Franco, editorialista del Corriere attento ai problemi religiosi, scandisce: «Con questa elezione credo sia finito il tempo del Papa Re». E chi ha orecchi per intendere... Valentina Alazarki, vaticanista messicana accosta Wojtyla, «venuto da un Paese lontano», a Bergoglio, venuto «quasi dalla fine del mondo». «La Polonia sembrava più lontana perché in mezzo c'era la cortina di ferro», chiosa Vespa.
Il teologo Piero Coda riporta il punto di vista dello Spirito Santo che agisce se «gli lasciano il tempo. Perché - spiega - appena lo invocano si fionda, ma spesso arriva tardi». Cacciari mette in guardia da semplificazioni.
«Questo è un Papa forte sulle questioni sociali. Ma con quelle etico-scientifiche come la mettiamo?». Insomma, il Papa l'ha fatto la geopolitica. L'audience invece la fanno il marketing e le figurine. Quando vedremo Belen Rodriguez discettare di papi?Twitter@MCaverzan
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