Arriva «Luna nera», la fiction femminista che celebra la magia

Ultimo ciak per la serie tv Netflix girata dalla Comencini: "È un fantasy contadino"

Arriva «Luna nera», la fiction femminista che celebra la magia

da Roma

Il cupo stanzone fumoso, ingombro di libroni impolverati, ti riporta al Seicento più buio e insondato. Cioè alla storia. Ma l'attigua e segreta Camera delle Meraviglie, coi rossi coralli giganti e le fluttuanti meduse, t'immerge in un'onirica dimensione marina. Ovvero nella fantasia.

Ecco come l'intrigante set di Luna Nera la nuova serie Netflix di cui ieri, dopo sedici settimane di riprese, è stato battuto a Cinecittà l'ultimo ciack, e che sarà disponibile dall'inizio del 2020- sintetizza i due elementi fra cui oscilla questo inedito fantasy sulla caccia alle streghe. Storia e fantasia, appunto.

«La storia è quella della strage che nel 1600 sacrificò alla superstizione un numero incalcolabile di donne spiega Francesca Comencini, regista assieme a Susanna Nicchiarelli e Paola Randi- La fantasia quella con cui noi immaginiamo la rivincita di alcune di quelle streghe. Che scopriranno di possedere realmente i poteri per i quali sono perseguitate, e li useranno per affrancarsi dai loro persecutori». Perché «quando si pensa alle streghe noi immaginiamo scenari remoti, anche geograficamente lontani da noi osserva Tiziana Triana, autrice del romanzo Le città perdute, in fase di pubblicazione e da cui è tratta questa prima serie (cui, assieme ai due romanzi successivi, ne seguiranno presumibilmente altre due)- Ma se in America le donne bruciate sul rogo furono poche decine, in Europa, e Italia specialmente, furono diverse decine di migliaia. Dunque questa, anche iconograficamente, è soprattutto storia nostra».

«Perché mai nessun film o serie tv l'ha mai raccontata? si chiede Domenico Procacci, della produttrice Fandango- Per mancanza di mezzi tecnici, certo. Ma soprattutto di coraggio». Ci si sono provate, dunque, le sceneggiatrici Manieri, Paolucci, Picciarelli, oltre la stessa Triana; e con un taglio nostrano che pare abbia immediatamente sedotto i responsabili Netflix.

«Così, al posto delle gotiche atmosfere anglosassoni lo sfondo è quello agreste del Lazio e della Tuscia illustra la Comencini- La piazza su cui le streghe vengono bruciate potrebbe appartenere ad uno qualsiasi dei borghi medievali delle campagne dell'Italia centrale». Va da sé che soggetto e ambientazioni tanto inedite (gli esterni dell'immaginario paese di Serra sono stati girati tra le antiche pietre di Sutri, Canale Monterano, e nel borgo che fu del pittore Balthus, Monte Calvello, oltre che nel bosco della Selva del Lamone) hanno imposto altre scelte controcorrente. «Innanzitutto una troupe interamente al femminile. Dalle sceneggiatrici alle registe, dalle scenografa all'arredatrice, alla costumista: solo così questa storia sulle donne poteva godere d'un punto di vista realmente muliebre». E poi un cast in gran parte giovane, quasi tutto di esordienti, «perché volevamo facce nuove, belle ma anche anticonvenzionali spiega la delegata alla produzione Laura Buffoni- al di fuori, cioè, degli stereotipi della bellezza televisiva». Che daranno vita, essendo rivolto Luna Nera ad un pubblico essenzialmente teen, ad una storia d'amore contrastato.

Quindi una creatività diversa e stregonesca nei costumi; «che non sono quelli uniformi e rigidi del Seicento storico- illustra Susanna Mastroianni, costumista- ma propongono colori squillanti, tessuti preziosi, bizzarre pettinature cotonate». Un taglio diverso è stato dato addirittura agli effetti speciali, indispensabili in una serie sulla magia: «e questo grazie a trucchi artigianali, effettuati cioè durante le riprese e non aggiunti in digitale -rivela l'altra regista, Paola Randi- quasi a sottolinearne la materialità agreste». Il risultato? «un fantasy contadinesco e terroso», come lo definisce la Comencini. Che non contraddice i presupposti storici. «Per Ade, Valente e Persepolis -questi i nomi delle tre protagoniste, interpretate da Antonia Fotaras, Giada Gagliardi e Adalgisa Manfrida- la magia non è altro, infatti, che il prolungamento dei poteri che tutte le donne naturalmente posseggono. Quello di dare la vita. Di percepire diversamente la realtà. Di sentire la sincerità o meno nei sentimenti altrui». Ma questo non è ciò che oggi noi consideriamo punto di forza del genere femminile?

«Esattamente. Il che significa che le streghe di Luna Nera sono perseguitate proprio per ciò che costituisce la loro forza».

Il che fa sì, notano gli autori, che perfino un fantasy insolito come Luna Nera finisca per offrire agganci con la realtà. «Quando una comunità impaurita e aggressiva perseguita dei singoli per quello che sono, e non per quello che fanno osserva la Comencini- i riferimenti coll'epoca odierna diventano addirittura evidenti».

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