L'antiberlusconismo è lo smoking da indossare per le grandi occasioni. O solo quando fa comodo. C'è chi ci ha costruito sopra una carriera e chi, dopo averla fatta anche grazie all'imprenditore di Arcore, ha deciso di rinnegarla. E di dimenticare tutto. È il caso di Asia Argento, assurta a paladina in difesa delle donne molestate sessualmente e ora anche ad attrice smemorata, per non dire irriconoscente. "Non voglio cadere sulla politica, ma tanti anni di visione berlusconiana della femmina hanno portato all’umiliazione della donna", aveva tuonato un mese fa l'attrice ospite del programma di Bianca Berlinguer su Rai Tre. E d'altronde per una "compagna" come lei che sul proprio profilo Twitter mostra una foto con tanto di pugno chiuso non poteva esserci proscenio televisivo migliore se non quello. Ieri, in una intervista al Guardian, è tornata a puntare il dito contro la cultura machista causata dagli anni di berlusconismo: "Siamo stati così lobotomizzati dall'oggettivazione delle donne che noi, come donne, non sappiamo nemmeno che siamo state molestate e trattate nel modo sbagliato".
Ma quando lei recitava in film prodotti o distribuiti da Silvio Berlusconi il pugno chiuso però era nascosto. E le critiche inesistenti. "In Italia a 21 anni mi sentivo già arrivata e donna di mondo, lì fui ridotta a preda di questo predatore", ha dichiarato Asia parlando di Hollywood e di Weinstein.
Ecco, se a 21 anni la Argento si sentiva arrivata in parte era sicuramente merito di quello che lei, oggi, definisce antiberlusconismo. Nel 1998 a soli tredici anni riceve apprezzamenti dalla critica per la performance nel film Zoo di Cristina Comencini. Casa di produzione? ReteItalia, appartenente al gruppo Fininvest.
Nel 1989, Asia Argento veste i panni della piccola Lotte nel film La chiesa diretto da Michele Soavi e scritto dal padre Dario Argento. E chi c'era tra le case di produzione? Sempre Rete Italia.
Tre anni dopo è la volta de Le amiche del cuore diretto da Michele Placido e distribuito da CDI, casa di distribuzione di proprietà del gruppo Medusa Film. Nel 1993 la figlia torna a lavorare col padre nella pellicola horror Trauma, distribuita da Silvio Berlusconi Communications. E nello stesso anno fa parte del cast di Condannato a nozze, film diretto da Giuseppe Piccioni e prodotto da Medusa. Che nel 1996 produce anche La sindrome di Stendhal, horror psicologico diretto da Dario Argento, con protagonista la figlia Asia.
Stesso discorso anche per Il fantasma dell'opera del 1998 prodotto da Medusa e Rete Italia per finire poi nel 2011 con la commedia Baciato dalla fortuna diretta da Paolo Costella e distribuita da Medusa nella quale in versione sexy glamour davanti alla griglia del ristorante cucina salsicce e bistecche davanti agli occhi sbigottiti del partner Salemme.
Nel novero dei lavori dell'attrice non si possono non citare poi anche le fiction e le serie tv su cui Mediaset ha creduto. Qualche esempio? La miniserie I miserabili è andata in prima tv in italiano nel settembre del 2000 su Canale 5. In quell'anno, tra le altre cose, l'attrice che ora prende di mira la mercificazione della donna posò nuda e sporca in copertina per Max per fare da testimonal a una campagna del Wwf per l'ambiente. Ma quello era un nobile intento, per carità.
Sangue caldo dal 9 settembre 2011 al 14 ottobre 2011 andò in prima visione sempre su Canale 5 e ottenne un record di share del 18.
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