In un baule 5mila pagine inedite di Verdi Ecco tutti i segreti compositivi del maestro

Cancellature e modifiche: un tesoro che spiega la genesi delle opere più amate

In un baule 5mila pagine inedite di Verdi Ecco tutti i segreti compositivi del maestro

Una scoperta che va oltre le più rosee previsioni dei cultori di Giuseppe Verdi. Dopo un secolo riemergono 5mila pagine inedite del compositore. Un tesoro enorme e inestimabile che comprende gli appunti e le indicazioni con cui Giuseppe Verdi seguiva il processo di composizione e di revisione delle sue opere. Queste rarità vengono pubblicate integralmente dall'«Istituto di Studi Verdiani» nel nuovo numero del suo annuario (diretto da Sandro Cappelletto) che sarà presentato a Parma il prossimo 29 gennaio. Intanto un'anticipazione di queste primizie verrà pubblicata oggi dal mensile di musica classica Classic Voice. C'è tutto il Verdi artista e uomo e l'opera aiuta a entrare nel suo processo di creazione. Per l'esattezza sono 5434 pagine autografe, mai apparse prima, che testimoniano come il compositore lavorasse alle sue opere, con modifiche, correzioni, persino ripensamenti e incertezze nel suo lavoro. I fogli sono stati ritrovati in numerose buste contenute in un antico baule. La grandiosità della scoperta sta soprattutto nel fatto che gli appunti riguardano l'intera opera verdiana, da Luisa Miller ai Pezzi sacri passando per i grandi capolavori, da Traviata a Rigoletto, da Aida a Don Carlos. Insomma il Verdi che avrebbe potuto essere e non è stato, il Verdi che ha modificato, lavorando sodo, tutte le sue opere. Una prima stesura imperdibile per tutti i melomani. I documenti, prima della pubblicazione, sono stati catalogati e studiati per la prima volta da Alessandra Carlotta Pellegrini (direttrice scientifica dell'«Istituto di Studi Verdiani») e da Francesca Montresor, che anticipano i risultati del loro duro lavoro su Classic Voice. Numerosi sono i «cambiamenti» in corso d'opera e i segreti compositivi del Maestro che vengono svelati. Per ingolosire gli appassionati basterà citare le «sofferte cancellature» e le indecisioni nella stesura del Credo di Jago nell'Otello. Oppure una versione della «Fuga» del Falstaff diversa da quella che si ascolta normalmente in teatro o su disco. Ci sono poi le modifiche ai testi - scritte di suo pugno da Verdi - come quelle del Ballo in maschera, dove il termine «grandezza» originariamente era «dolcezza» o «splendore» corretto in «pallore». E ancora frasi cambiate come nel Falstaff dove «bocca baciata non perde fortuna» diventa «bocca baciata non perde ventura».

Studiosi e musicologi sapevano da tempo dell'esistenza di questo tesoro verdiano, custodito in un mitico baule a Sant'Agata. Ma solo nel giugno 2015 Classic Voice aveva pubblicato l'elenco completo delle 5mila pagine, senza però poter visionare i contenuti.

La rivista ha però continuato la sua opera per divulgare il «tesoro», prima con una lettera aperta firmata dai grandi della musica e della cultura - da Barenboim ad Arbasino - poi con la schedatura e la digitalizzazione che ha portato alla preziosa pubblicazione.

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